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Il Consiglio di razza - prime nomine

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2009 15:31
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27/06/2009 15:31

Riassunto: In una calda notte di inizio estate quattro viandanti muovono i loro passi lungo il sentiero che attraversa la foresta di luce (e dove se no !!!), nessuno di loro è conoscenza della prestenza degli altri ... come le falene sono attratte dalla fiamma così i quattro elfi si muovono verso quella stessa radura, quasi che una forza superiore indicasse loro il cammino. Una volta riuniuti uno di loro si palesa quale nuovo Brannor e, dopo aver indicato quale sarà la via che intenderà percorrere, invita gli altri a seguirlo ed aiutarlo. Gioa, diffidenza, trasporto, timore, entusiasmo, incredulità molte sono le sensazioni che attraversano delle tre creature di luce, ma la personalità del nuovo Brannor ha il sopravvento e finiscono per riporre in lui la loro fiducia senza riserve. Ai due elfi ancestrali viene assegnato il titolo di Vortah mentre al guardiano quello di Herdir. Prima di salutarsi viene definita la prima questione di cui i quattro si dovranno occupare, la ricerca/l'edificazione di una dimora dove i due clan elfici possano trovar casa ...
Ah dimenticavo, non distante da dove i quattro elfi si sono incontrati, alcuni rangers erano intenti ad ispezionare una grotta, ma questa è un'altra storia ...


SUULIME {Sentiero->radura centrale}Una figura s’incammina per il sentiero che dalla cittadella conduce alla foresta di luce, una figura ancora avvolta da nero manto, lo stesso che le si può vedere indosso per le vie di Barringhton, una figura silenziosa, col cappuccio calato sulla testa e sulla fronte, il passo leggero, silente, come solo sa essere quello dei figli della stirpe Eterna, degli immortali figli della Natura tra le fronde antiche, sull’erba morbida e fresca, passi leggeri, come vento. E un vento sottile, leggero, zefiro che costante accarezza le fronde dell’isola d’eterna primavera pare accarezzar quella figura dall’inceder si lesto e silente, pare voler stringere in un abbraccio quell’imago dalla pelle candida come la luna che appena s’intravede sotto il cappuccio, appena sulle braccia che di quando in quando nell’incedere emergon dalla nera veste. Sopra la testa della figura, vola solitario un barbagianni, libero, come il vento, eppur mai troppo lontano dal sentiero che percorre quella figura silenziosa. E fino al terminar del sentiero silente prosegue nel suo passo. Il sentiero termina, qui l’inceder suo arresta la creatura avvolta ancor dal manto nero, il capo solleva, da sotto il cappuccio, lo sguardo cerca di vagar fin dove gli sarà concesso, attraverso la radura che ora s’aprirebbe innanzi a lei, occhi di rapace che scrutan nelle tenebre che stanno scendendo sull’isola… e qualcosa che par somigliar ad un sorriso, infine, s’intravedrebbe a fatica sotto quel cappuccio…

KHENDER [fortezza ancestrale => sentiero foresta di luce - ammantato / incappucciato ] dopo aver ben occultato la grigia veste degli apprendisti sotto il corvino manto ed aver diligentemente richiuso dietro di se la porta della propria cella aveva percorso il corridoio, sceso una scala, attraversato la sala comune e dopo un altro breve corridoio ed un’altra rampe di scale, si era finalmente trovato nell’ingresso, solo un cenno del capo ai servitori di guardia alla porte ed era sparito tra i vicoli della caotica cittadina mentre gli ultimi raggi del sole baciavano con tinte vivaci quelle terre nordiche. Passi cadenzati lo portano rapidamente ad oltrepassare la cinta muraria per raggiungere prima la baia e da li attraversare le acque che separano la terra ferma dall’isola delle mele. Dopo che le placide acque lo avevano coccolato per una parte del al tragitto ecco finalmente che le coste dell’isola delinearsi tra le nebbie che la celano mondo esterno. Toccato terra e pagata la corsa al traghettatore eccolo incamminarsi lungo il sentiero che lo avrebbe portato all’interno della foresta di luce, solo un pensiero nella mente *finalmente a casa*.

VEGON [sentiero-radura] Quale posto migliore per terminare un giro di ronda, se non la foresta di luce, luogo magico, mistico, in cui si respira aria nostalgica, come se stesse tornando a casa. Con lievi passi si porta attraverso quella che per lui è la seconda dimora. Oggi è stata una giornata piuttosto faticosa per la mente del guardiano, e sperando di non aver altre sorprese si appresta a tornar in garitta, dove un superiore attende il suo rapporto giornaliero. Oggi ha poco da raccontare, la fatica, lo stress, sono solo mentali, manca ancora qualcosa ala sua anima, e non spera di certo di trovarlo in quella foresta che odora di casa.

TENDRIUS [ammantato/incappucciato][radura/pietra al centro] silente l'elfica figura seduta su quella pietra fa la propria presenza, la luna alta nel cielo che poca luce volge alla nuda terra, ma le stelle di contorno rendono quel cielo magico magico come pochi in quelle sere estive e di buon tempo, rimane li seduto su quel masso l'elfo che guarda con le proprie iridi quello spettacolo, assorto nei propri pensieri, pensieri di vita e di tempo trascorso in quella landa i capelli sciolti lungo la schiena che poggiano sulle proprie spalle e l'attenzione portata a quelle vocine e a quei pensieri che dentro l'elfo si manifestano, silente ancora rimane a guardare la volta celeste.

ASTREA [folto vegetazione] Si muove tra il folto, il giro di ronda è finito, ora la foresta è per lei solo luogo di ristoro e di studio. Ha lasciato la sciarpa e la divisa nella tenda e ora indossa gli abiti che meglio rappresentano il suo spirito e la sua identità: quelli da zingara. Malgrado il clima sia mite, ha lo scialle dalle lunghe frange gettato sulle spalle e i capelli neri raccolti dietro la nuca in una coda, legata da un fiocco rosso. A piedi nudi si muove sul terreno, tra gli arbusti e le felci. Ormai ha migliorato la sua sicurezza e sa essere sufficientemente silenziosa. Non si avvicina ancora alla radura, me resta nascosta tra gli alberi. Anche se qualcuno la scorgesse, la prenderebbe per una contadinotta in cerca di fragole e mirtilli.

SUULIME {Radura centrale} Soffia un vento leggero, un vento caldo, zefiro sereno dell’isola d’eterna primavera, il vento che parrebbe quasi voler accarezzare la figura della Silvana avvolta dalla veste nera, mani d’aria parrebbero voler stringere quel cappuccio gonfiarlo… e poi rovesciarlo sulle spalle a rivelar il di lei viso pallido, il crine sciolto, il sorriso sereno, felice, raro… il sorriso di chi torna a casa. Eppure, ancestrale, questa non è la tua dimora, no… è la tua natura. Il capo volterebbe a destra e a sinistra, libera finalmente di quel manto d’ombra che per celarsi alla vista delle genti umane usa sulla terraferma… ma li ora, nella foresta, che senso potrebbe aver quel mantello? Eppure non lo toglierebbe ancora l’ancestrale. Non ora che lo sguardo parrebbe essersi fissato in qualcosa… una figura immobile al centro della radura, lontana… ma non troppo per chi del sangue immortale possiede>>
SUULIME la vista [visione crepuscolare]. Una figura… abbastanza percè il sorriso sul viso si spenga, atona, inespressiva maschera torna il viso. E di nuovo un fruscio appena il passo, leggero, silenzioso… se non fosse per quegli abiti pesanti, abiti creati dalle genti umane per gli umani che ora ella indossa. Avanzerebbe suulime, cauta, solitaria, verso la figura che pare non degnarla d’uno sguardo, non ancora. Eppur da esa lo sguardo non distoglie, attenta, guardinga eppure austera nel viso…

[GDR START, ATTENDERE RESPONSO]
rumori dalla foresta luce, rumori che si odono qua e là di piccoli animali di predati e predatori, scricchiola qualche ramo sotto la forza di un venticello d’eterna primavera. Si riuniscono gli elfi alla radura centrale, dove molti passano, dove dove molti s’abbeverano alla sacra fonte, 4 elfi di cui tre congreganti, due maghi e un guardiano, ma chissà se i pari razza sanno delle rispettive vite degli altri….si muove Suulime, silenziosa come una foglia che cade leggera. Poi dentro al folto, molto distante da loro. nei pressi di una grotta, quel passaggio che sembra nascosto tra la vegetazione, un sentiero che loro confratelli sanno riconoscere, gliel'hanno spiegato, un passaggio tra gli alberi che porta a una grotta dove c'è un arco dagli strani poteri, disegni...questo sa Nienor, della grotta conosce qualcosa anche Ki Iara, ma non sa cosa l'aspetterà dentro sempre se s'addentrino anche loro. Di certo hanno sentito le scosse di terremoto che ci sono state giorni fa, nella foresta non sono stati trovati dei precisi segni...solo dei mostri, degli esseri che la visitano di tanto in tanto e qui a pochi passi da quel misterioso cunicolo vi è anche Aileen, le prime due consorelel vedono alla propria destra la terza a 3 metri laterale, mentre a 7 metir davanti è l'ingresso del cunicolo...uno dei tanti della foresta luce, coas troveranno stasera, per ora no nci sono rumori sospetti oltre a quelli naturali
[ORDINE KHENDER, VEGON, TENDRIUS, SUULIME, NIENOR, KI_IARA, AILEEN…MAX 3 INVII A TESTA PER TUTTI, SOLO LE NUOVE ENTRARE RANGER A QUESTO GIRO POSSONO FARE PIU’ INVII]


KHENDER [sentiero => radura - ammantato / incappucciato ] il profumo della selva, specie dopo che si è passati molte lune rinchiusi all’interno di solide mura di pietra ha un effetto inebriante, i sensi dell’Areldar sono concentrati al massimo su quanto lo circonda e per qualche secondo la cadenza del suo incedere diminuisce in intensità ma non in eleganza ne in leggerezza. Ad ogni passo la fedele mancil che portava appesa alla cintura alla di lui destra si agitava al pari del di lui crine sotto nero cappuccio scompigliato da quelle folate di vento che vi intrufolano furtive, il lucente pugnale di congrega giace invece infilato nella cintura alla sua sinistra, mentre i pugnali da lancio porta infilati negli stivali, due per gamba. Era ormai giunto alla radura quando le ombre della notte avevano invaso la ridente selva.

VEGON [sentiero-radura]ormai prossimo alla radura centrale, l'areldar si guarda in torno, se i suoi sensi non l'hanno ingannato, gli è parso di sentire rumori provenire da quel posto. Il passo non muta, ma col pensiero andrebbe a far inventario del suo armamento, controllerebbe mentalmente le sciabole, il manganello, e tutto l'equipaggiamento di congrega, mentre con la mano destra andrebbe a sfiorar l'elsa della rossa fedele compagna pochi passi lo separerebbero dalla radura, poco ancora per scoprir l'origine dei rumori.

TENDRIUS [ammantato/incappucciato][radura/pietra al centro] il sottile venticello che soffia in quella radura va spostando le di lui ciocche di capelli che fuoriescono dal cappuccio, la mano destra lesta va allora a prendere questo e a scoprirsi svelando adesso i propri capelli color argentei, i sensi dell'elfo in perfetta armonia con il loco, il silenzio e la pace interiore che si fanno sentire nel proprio corpo, mentre ancora non si accorge dell'elfica figura che è appena giunta nel loco, silente ancora lui che adesso chiude le palpebre e senza guardar nulla tenta di concentrarsi a sentire rumori o spostamenti vari [Sensi sviluppati] poggiando le proprie mani sulle proprie gambe.

SUULIME {Radura centrale-> verso pietra centrale}vento, vento che bisbigli,a vento che accarezza, che graffia quando vuole, saresti tu l’artefice di quella visione al centro della foresta? O forse solo questo potrebbe parere alla silvana nella foresta illuminata sol dalla luce della luna. Arresta per un attimo il passo l’ancestrale alla vista della creatura, del cappuccio che cala sulle spalle, del viso che si rivela… dei tratti che intravedrebbe forse nelle tenebre [visione crepuscolare]. Un attimo d’esitazione, rumori, rumori, i rumori della foresta forse? Non se ne curerebbe la silvana, troppo è attirata dalla figura innanzi a lei, troppo quei lineamenti le agitano la mente, o forse… più che la vista sarebbe solo la speranza...

NIENOR [Folto /Pressi Grotta- Volto Coperto] Eccola aprirsi di fronte alle tre rangers il ventre della Madre Terra, una
Madre Generosa quanto Crudele, che ora sembra voler accogliere tre delle sue figlie nell'Oscurità. Gli occhi grigi della Meticcia cercano di insinuarsi in quel varco sull'Ignoto [Infravisione liv.2], mentre la mano sinistra si alza per fare cenno a Ki_ara ed Aileen di restarle vicino, senza che per richiamare la loro attenzione debba volgere il capo biondo o usare la voce, quanto mai inopportuna, ora che è tesa ed in ascolto. Quasi minuta in quegli abiti marroni e verdi, che nascondono ogni velleità femminile, la Mezzosangue lascia poi scivolare quelle stesse dita sull'elsa della spada corta, custodita nel fodero appeso a sinistra della cintura, nonchè dono del suo Signore dei Boschi, come a volersi sincerare che sia presente. Appesi a tracolla, tra le scapole, vi sono inoltre un arco corto ed una faretra, relativamente piccola, che contiene poco più di dieci frecce; peso ormai familiare che sembra non portare altri strumenti con sè. Senza distrarsi, la Mezzosangue aggrotta le sopracciglia, dubbiosa sul da farsi e perfettamente consapevole del fatto, che nella semioscurità non potrebbe comunque contare sulla vista delle due donne che l'accompagnano, a meno di non riuscire a scorgere qualche insospettata fonte di Luce nel cunicolo.

KI_IARA // Folto-pressi Grotta - Volto coperto// Attenti, le smeraldine scivolano piano su ciò che circonda la Perlustratrice e le sue compagne. Verrebbe così colto il gesto della Mezzosangue, gesto che la porterebbe a fermarsi a circa un metro da ella. L'abbraccio della Foresta porterebbe l quiete nel'animo della Nordica, mentre l'oto cercherebbe id tendere ai possibili rumori che infrangano il naturale suono della Madre, così come le iridi cercherebbro di penetrare nell'oscurità che circonda i suoi sensi di Umana. Il corpo è immobile, ricoperto dal nigro manto di congrega che nasconde con le sue falde ciò che vi è sotto: un abbigliamento maschile, ed il suo armamento. Le corte cinte ai fianchi, fissate in modo che lascino liberi i movimenti della donna, e cheal contempo non producano rumore quando le gambe portano il loro naturale passo. Per ultimo, il rassicurante contatto del pugnale nello stivale destro. Rista, così, in attesa delle decisioni della Guardiana, cercando ancora di memorizzare tutto ciò che la circonda.

AILEEN (folto.pressi grotta.volto coperto) gli occhi verdi guardano attenti quello che la circonda, soffermandosi poi sul gesto di Fiume. Cercherebbe dunque di raggiungerla, stando circa a un metro da lei, alla sua sinistra osservando quella grotta. Al fianco sinistro riposa l'elfica lama corta, celata dal mantello che ricopre il corpo sottile della giovane. Sul capo è calato il cappuccio, sul viso la sciarpa di congrega. Nascosto sua presenza. Immobile è il corpo, fasciato in pantaloni di foggia maschile scuri, e in una camicia larga, bianca. Il completo vestiario è celato dal manto, che rende forse difficile capire se sia uomo o donna. SIlente, immobile sua presenza. Immobile è il corpo, fasciato in pantaloni di foggia maschile scuri, e in una camicia larga, bianca. Il completo vestiario è celato dal manto, che rende forse difficile capire se sia uomo o donna. SIlente, immobile la giovane attende, voltando appena gli occhi, le orecchie tese, pronte a captare qualsiasi rumore.

[ATTENDERE RESPONSO]
gli elfi s’avvicinano alla radura, incappucciato Khender, incappucciati erano anche Tendrius e Suulime, ma fanno scivolare verso il basso i loro cappucci, giunge anche Vegon..armato, guardiano di queste terre che deve proteggere. Si sentono a vicenda, i loro passi, i loro respiri, tutto appena percettibile e poi i rumori circostanti della natura, solo quelli odono, fruscio delle foglie zampette di lepre che si muovono freneticamente in una tana. Percorrendo vegetazione e radici tra alberi colmi di vita, se corresse tanto giungerebbe davanti alla grotta ove sono Nienor fa segno a Aileen d’avvicinarsi a lei, la truppa ranger tutta femminile…s’avvicinano lentamente per ora all’ingresso di un solo metro, distante ora 6 da Ki Iara dal resto del gruppetto ancora 7 e subito risalta sicuro agli occhi un ramo a mezza altezza, rotto e poi? Cos’altro? C’è da indagare…c’è da sfruttare le loro doti sul terreno, sugli alberi vicini e poi?
[ORDINE KHENDER, VEGON, TENDRIUS, SUULIME, NIENOR, KI_IARA, AILEEN…MAX 3 INVII A TESTA PER TUTTI, GDR PLAY]


KHENDER [radura => pietra centrale - ammantato / incappucciato ] lievi rumori, appena udibili dalle formidabili puntite che madre natura ha fatto dono agli immortali, porterebbero la creatura di luce ad avere a che fare con suoi pari, chi altri potrebbe infatti muoversi così silenziosamente nella selva se non un elfo. Ma, sebbene si trovi sull’isola della Dea, sa che non è prudente abbassare la guardia, lesto ma prudente, rapido e silente [doti di razza] aumenterebbe la cadenza dei propri passi fino a giungere ad una distanza che gli permetterebbe di scorgere la fonte di quei rumori.

VEGON [radura] Arriverebbe ora ai margini della radura il guardiano, e quello che gli si paleserebbe dinanzi, incuterebbe un certo timore. Se non fosse per la qualità dei suoi occhi (scurovisione+2) vedrebbe solo ombre indistinte lento, ma sicuro attraverserebbe le fronde e i rami, scostandoli dal volto con la mancina. Ancora nulla proferirebbe alle tre figure che ha dinanzi, solo il flebile riflesso della luna sulla sua corazza annuncerebbe il suo arrivo in cuor suo l'areldar sentirebbe quel senso di nostalgia ancor più forte che pria, sentirebbe una sicurezza mai provata finora, ed un senso, d'appartenenza fino ad oggi sconosciuto. °°elfi?°° si chiederebbe, avvicinandosi cauto al centro.

TENDRIUS [ammantato][pietra/radura] seduto ancora non proferisce nulla solo ode i passi di alcuni che si avvicinano, sembrano essere due le persone che giungono, sta tranquillo non smuove un muscolo, ma ascolta se loro hanno da parlare il silenzio al momento sembra regnare in quella radura, e adesso fa verso quelli senza voltarsi *aaye* se fossero elfi quelli capirebbero le parole che egli ha detto, altrimenti parole senza senso saranno per chi quella lingua non ha mai sentito, attende adesso che questi rispondano o chiedano, rimanendo sempre con le mani sulle proprie gambe e gli occhi chiusi.

SUULIME {Radura centrale- pressi pietra centrale}le mani bianche fuor dalla veste nera sporgono, intrecciate all’altezza del petto. Il viso austero fisso su quella figura. E sol quando alla vista non vi sarà più dubbi sulla natura, e sol quando di lui verbiare confermerà sospetti che già prendean forma, cadenzati come il battito del di lei cuore che sempre più forte si faceva sentire… solo allora un sorriso incresperà quelle labbra sempre serie, e da esse, leggero come il vento che tra le fronde spira prenderà forma verbo “Elen sila lumenn omentilmo”. Eppur le mani aconcor stringono il manto, come per proteggersi, per celare alal vista la veste rossa, il pentacolo innanzi a quella creatura. Degli altri non s’avvedrebbe ancora.. // trad: una stella brillerà al momento del nostro incontro.

NIENOR +[Folto/Pressi Grotta - Volto Coperto] Serra appena le labbra, quando lo sguardo plumbeo si imbatte in quel ramo spezzato, una nota stonata in quell'armonia o un semplice virtuosismo della Natura, che ora le pone uno dei quesiti a cui non dovrà dare risposta per mero piacere personale. *Lì è passato qualcuno* indica l'oggetto della sua attenzione con la mano destra, in un mormorio che andrà forse a confermare qualcosa che le sue consorelle hanno già notato. [Seguire Tracce liv.4] il respiro della Guardiana è regolare e basso, mentre questa fa per avvicinarsi con cautela al cespuglio, muovendo gli occhi grigi alla ricerca di eventuali impronte, e badando a non rovinarle col proprio passaggio, o di altre tracce, che possano interessare la corteccia degli alberi o l'erba *Vento, guardaci le spalle* la voce pur essendo bassa rimane chiara e non priva di una certa perentorietà *Noi diamo un'occhiata qui intorno* spiega assegnando così implicitamente un compito anche a Non v'è turbamento su quel volto che non dimostra più di vent'anni e che pure ha assaggiato il gelo di più di ottanta inverni e l'arsura di altrettante Estati. Eppure non le sfugge, che non è stata certo una lepre a lasciare quel segno, non così è un automatismo che la porta a cercare i segni della grufolatura di un cinghiale o perlomeno ciò che si augura di vedere, considerati i pochissimi elementi per ora a sua disposizione.

KI_IARA // Folto-pressi Grotta-Volto coperto// Si muoverebbe lo sguardo a seguire l'indicazione della Mezza. Muoverebbe quindi in avanti, portandosi verso la destra della Guardiana, cercando di aguzzare lo sguardo rivolto al terreno, ed ai dintorni [Seguire Tracce liv.1], cercando di richiamare alla mente tutto ciò che che le può tornare utile per poter identificare ogni dettaglio, ogni variazione del terreno ... Si chinerebbe, per far ciò, cercando di mantenere alta l'attenzione e la concentrazione, continuando a scrutare intorno. Un indizio ....

AILEEN (folto.pressi grotta.volto coperto) annuisce piano alle parole della consorella, i senti all'erta, cercando di cogliere ogni minimo suono che possa provenire dalla grotta, o dalla vegetazione intorno a lei lo sguardo vaga dalla grotta al folto che la circonda, attenta, la concentranzione al massimo, la mano destra che adesso si posa dolcemente sull'elfica corta al fianco, quasi carezzando la spada, come a volersi accertare che ella sia lì, al suo fianco, pronta ad essere usata. Un paio di passi verrebbero mossi, adesso, in direzione delle consorelle, prima di fermarsi, e di volgere nuovamente lo sguardo intorno a se, il corpo immobile i muscoli tesi, pronti a scattare, in caso di pericolo.

[ATTENDERE RESPONSO]
parole delicate in elfico volano nell’aria come se fossero delle carezze, e i 4 sono vicini tra di loro, anche se ben lungi dal formare un capannello di persone, Suulime a loquire in una frase che cita le stelle e nel saluto di Tendrius. Ma altrove, come nella radura, è il momento delle scoperte, i ranger cercano di sondare il terreno, i cespugli, i rami le tracce. E quel che vedono ha pochissimo di rassicurante. Nienor vede molte e diverse impronte, ma sono piccole, e vede anche dei segni di trascinamenti di qualcosa di circolare. Ki Iara altri segni di strisciamenti sulla terra, segni continui e che vanno a zig-zag, larghi sui 6-7 cm. Mentre ora qualcosa pesta Aileen, è alle spalle delle due colleghe, e sotto la pianta destra del piede sente qualcosa di liquido, diverso dal fango, ma cosa è? ne vale la pena di guardare o meglio stare attente qua attorno per proteggere le spalle delle due. E Nienor..sa che dietro ai cespugli, verso la grotta c'è grande attività, o almeno di recente molte creature qui sono passate..creature diverse tra loro, cosa faranno all'alba di queste nuove?
[ORDINE KHENDER, VEGON, TENDRIUS, SUULIME, NIENOR, KI_IARA, AILEEN…MAX 4 INVII A TESTA PER TUTTI, GDR PLAY]


KHENDER [pietra centrale - ammantato / incappucciato ] galleggia nel vento una dolce melodia, come dolci sono le parole che solo un’elfica ugola può aver verbiato, un verbo a lui ben noto che gli fa disegnare un sorriso sull’ovale celato dal corvino cappuccio, avanzerebbe quindi con eleganti movenze verso quella pietra da cui proviene il profumo di tre suoi fratelli “Cormamin lindua ele lle … Melloneamin //trad. il mio cuore canta di gioia nell’incontrarvi … o fratelli miei//” indi non appena si fosse ricongiunto con loro “Arwenamin … Suulime //trad. Suulime … mia signora//” sussurrerebbe avvicinandosi alla silvana dopo aver incrociato lo sguardo con la stessa. Indi verso il guardiano muoverebbe i propri passi e dopo averlo salutato verso il terzo elfo si dirigerebbe palesando i propri natali ''Khender Vanimelde ...'' ed aspettando che il fratello faccia altrettanto.

VEGON [pietra centrale]Le puntute del guardiano, o meglio cio che ne rimane, non si ingannerebbero nel sentir quel saluto provenire dalla pietra al centro, ne si ingannerebbero i neri bulbi nel veder le altre 2 figure avvicinarsi al centro ''Sid et justitia''verbierebbe in un primo momento palesando la sua appartenenza all'ordine dei guardiani, ma poi respirando a fondo,raddrizzerebbe il busto, e con fare più sicuro verbierebbe ''aaye ser khender'' per poi volgere anche alla lady lo stesso saluto.Infine verso l'elfo sulla pietra indirizzerebbe lo sguardo attendendo, che egli esponga ai presenti la sua identità.

TENDRIUS [ammantato][masso/radura] ascolta e adesso apre gli occhi, le smeraldine iridi vanno a guardare i propri fratelli e la propria sorella s'alza daquella che è la pietra e facendo un cenno ad inchino fa verso loro *Aaye a voi... lieto di potervi conoscere... il mio nome è Tendrius... Tendrius Tinuviel...* li guarda dapprima nei volti e nota ascoltando le parole di loro che tra di loro si conoscono, sereno in volto, mentre adesso alzato, va con mano destra a prendere il mantello e tenerlo bella mano stretta a pugno, per attendere di loro presentazione

SUULIME {Pietra centrale- RC}ancor esiterebbe lo sguardo su quella creatura seduta sulla pietra, su quel viso, su quel
saluto… quando voci familiari le giungerebbero. Si volgerebbe in cerca della fonte di quel suono, quella voce nota, colui che degli apprendisti or veste i panni, amico e ora discepolo che pare aver seguito i passi della shalafi in questa notte per una volta dopo molto tempo, lo osserva, senza lasciar spegnere quel sorriso sereno, il sorriso di chi torna a casa dopo tanto e tanto tempo. lo stesso che volgerà alla fonte della nuova voce, sconosciuta,ma dal timbro inconfondibile. E l’attenzione presto torna a colui che or dalla roccia scende, al suo inchino che verrebbe ricambiato, ma senza staccar da lui lo sguardo. E sarà con malcelato orgoglio, con tronfia espressione in viso ma voce dolce che andrà a loquire “Io sono Suulime Engriol Vinya o Silda Raana… felice di incontrare altri fratelli in queste terre…”...

NIENOR [Folto/Pressi Grotta- volto coperto] Serra la mascella, malcelando una certa preoccupazione. Ciò che ha visto non è sufficiente e al contempo è abbastanza per stasera. Con un guizzo gli occhi plumbei artigliano Ki_ara, quasi a volerla strappare via da lì. *Torneremo di giorno* decreta in un soffio, raddrizzando il busto, mentre le dita della mancina cingono l'ersa della corta, stringendola in una morsa salda e rassicurante. Dietro la fronte ambrata, il cervello già lavora in un calcolo incessante per cercare di stabilire la stazza delle bestie che sono passate di lì *Serpenti forse...troppo grossi in ogni caso. Chi passerà qui per le future ronde, non dovrà mai venire da solo* serra le labbra, dopo quello che per lei è stato un discorso fin troppo lungo, pronta a ricongiungersi ad Aileen, alla quale ora porge la propria attenzione.

KI_IARA // Folto-pressi Grotta-Volto coperto// Accosciata, il ginocchio dx posato a terra, ancora scruterebbero le iridi quelle tracce individuate, corrugando la fronte, mentre la mancina si poserebbe lieve sull'elsa della corta (a sx). La dritta andrebbe a posarsi lieve, solo con le punte, a fianco a quegli strani segni di strisciamento, mentre la fronte si corruga, i segno di perplessità. Giungono le parole della Guardiana (Serpenti?) Si volgerebbe il viso alla consorella, mentre lentamente si porterebbe in eretta postura, continuando a tendere l'oto ai rumori che le circondano. Come richiamataSi muoverebbe quindi di un metro verso Aileen, attendendo ancora le decisionidi chi le è superiore.

AILEEN (folto.volto coperto.pressi grotte) continua a guardarsi intorno, attenta, i muscoli tesi, pronti a scattare, la lama già sull'elsa della spada. Eppure è abbastanza tranquilla, mentre lo sguardo si porta adesso sulle due sorelle alle orecchie le giungono adesso le parole della consorella. Di giorno? Ma sarebbe assurdo! Ormai sono là, perché non dare un occhiata? Sta per aprire le labbra per protestare, quando qualcosa attira la sua attenzione ma che accidenti ha pestato? Fango? No, non si direbbe fango? Incuriosita, fa un paio di passi indietro, abbassando appena la testa, per capire che cosa accidenti abbia pestato.

[ATTENDERE RESPONSO]
Khender si presenta e saluta Suulime che si presenta a sua volta come Tendrius, Vegon invece usa il suo saluto di congrega ma non dà notizie sul suo nome, ora iniziano a fare veramente un piccolo gruppetto, hanno l’aria di chi si è incontrato per caso. Certo la luce era poca data la luna scura e quindi saggia appare la scelta di Nienor, per ora s’accontenta di aver visto quelle tracce e ne segnala i risultati alle due consorelle...ma Aileen, rimane ben poco di quel che ha pestato nella terra, è qualcosa di...argenteo comunque, che da sotto la suola sale verso il piede, è una sostanza che si espande, dal piede rapidamente aumenta andando verso la caviglia destra, il polpaccio è ora del tutto coperto da quella sostanza che avevo preso involontariamente, magari era nascosta tra il fango, nascosta appositamente o casualmente, e potrà arrestare questa avanzata o no? è un incidente del destino, poteva capitare a altri, ma sta succedendo a lei non capendo cosa stia accadendo, sente freddo laddove la sostanza argentea e liquida ricopre le sue vesti..>>
[ORDINE TENDRIUS, KHENDER, VEGON, SUULIME, AILEEN, NIENOR, KI_IARA, …MAX 4 INVII A TESTA PER TUTTI, GDR PLAY]


TENDRIUS [ammantato][masso/radura] alzato adesso guarda i fratelli e la sorella e poi fa *vogliate seguirmi parleremo di alcune cose all'interno della foresta, nel folto, ove nessuno verrà a disturbarci...* li guarda ancora e senza attendere risposta di loro volta loro le spalle e inizia a incamminarsi verso la foresta, solo un verbo ancora fa *vogliate seguire il Brannor, a voi la scelta, per poter decidere le sorti della nostra gente...* altro non fa e adesso passo muove silente e sicuro che quelli lo seguiranno per poter apprendere quanto egli ha da dire a loro, ma non si volta e continua a camminare, scomparendo nel fitto della foresta.

KHENDER + [pietra centrale - ammantato / incappucciato ] attendo ascolterebbe le parole del suo pari razza, ne osserverebbe con attenzione i lineamenti, le movenze e ne memorizzerebbe il tono della voce, azioni che sono ormai divenute quasi automatiche frutto di esercizi, ripetuti nel tempo, sotto il vigile controllo dello shalafi di turno. Incredulo nel prendere atto che di fornte a lui si è palesato il nuovo signore degli immortali, resta per qualche istante silente per poi replicare solo poche parole ''Heru en amin ... //traduzione mio signore//'' indi aderirebbe al di lui invito ''Amin nauva auta yeste' // trad. verrò subito//'' e facendo un cenno ai suoi compagni come per seguirlo, si incamminerebbe lungo il sentiero aperto dal nuovo caporazza e lo seguirebbe nella selva.

VEGON [pietra centrale] Tutti si sono presentati, tutti con nomi nobili, nomi altisonanti, nomi che richiamano le gesta della sua razza. Lui no, pochi contatti ha avuto, e fin'ora, solo parte del suo nome ha conosciuto semplicemente'' vegon''direbbe, e nell'udire le parole di tedrius un brivido percorrerebbe la sua schiena. Mai avrebbe pensato di incontrare così, la guida degli immortali, mai avrebbe creduto di essere invitato a seguirlo lui che sempre era stato ripudiato. Vedrebbe ser Khender seguir la figura nel folto della foresta, e ne seguirebbe i passi, felice per quell' incontro, sicuro che di nuovo la razza alla quale appartiene, rivedrà la luce e tornerà a risplendere gagliarda e forte come ha sempre creduto dovesse essere.

SUULIME {Masso-radura-> folto}lo sguardo segue rapito colui che dice s’essere il Brannor… possibile esitatno dunque su queste terre altri del sangue immortale? Il petto s’alza e s’abbassa frenetico, lo sguardo par fremere dalla gioia, dalla curiosità mentre le mani strette si avvolgon nel mantello nero. Gli occhi restan fissi su quel misterioso parirazza, un figlio del popolo del fiume d’argento? O no? “Brannor…” solo questa parola scivolerebbe dalle labbra semichiuse della Silvana che per sempre terrebbe impressi nelle memoria il viso, il portamento, la voce di colui che si proclama il sire delle genti immortali. Solo quando sparirà nel folto per un breve istante lo sguardo volgerebbe a khender, allo sconosciuto di cui non conosce il nome… e poi,di nuovo seria inviso, stretta nel manto nero, seguirebbe nel folto i passi del Brannor…

AILEEN (folto.pressi grotta.volto coperto) lo sguardo cade in basso, sul qualcosa che le sale lungo la gamba, una specie di melma argentata. Spalanca la bocca, stupita, imponendosi poi di rimanre tranquilla. Bene, anzi male: un qualcosa di strano le sta salendo lungo la gamba, argentato. Respira a fondo, tentando di mantere la calma, per ragionare con lucidità (verbo del mare liv 03). ''Nibbio...Fiume'' chiama adesso le sorelle, stupita. Un brivido di freddo la scuote adesso ''Qualcosa....ho freddo, accidenti!'' dice in un soffio, diretta alle consorelle. Cosa accidenti deve fare? Togliersi i pantaloni? Forse è la cosa giusta da fare. Lo sguardo va a Fiume, cercando da lei un consiglio mentre già le mani vanno a slacciare i pantaloni, cercando di abbassarli, in modo tale da levare quella cosa dalla sua gamba. è fredda....ha freddo, accidenti!

NIENOR [Folto/Pressi Grotta - Volto Coperto] Aggrotta la fronte liscia, perplessa, anche Lei ha notato quella cosa che si muove lungo la caviglia della Consorella ed ad Ella si avvicina guardinga, frugando nella memoria. *Prova a toglierti i pantaloni* suggerisce con una smorfia, cercando di ridurre le distanze a circa due metri da Aileen, badando però a dove mette i piedi, nel caso che quella sostanza viscida sia ancora presente sul terreno. Gli occhi ridotti a due tagli grigi nel volto ambrato sono attenti e in qualche maniera inspiegabile, affascinati, nonostante la situazione *Mi serve un pezzo di stoffa..* dice ad alta voce, mentre la mano destra farebbe scivolare la spada corta fuori dal fodero, senza fretta. Tanto che un giudizio affrettato, potrebbe indurre qualcuno a credere che il Guardiano intenda mozzare la gamba alla Consorella e d'altro canto non fa nulla per rassicurarla del contrario.

KI_IARA // Folto-pressi Grotta-Volto coperto// Sol una piccola falce di Luna, a rischiarare lo scenario, eppure forse sufficiente a captare quel luccichio argenteo che compare sulla gamba di Aileen. Istintivamente, anche spronata dal tono d'ella, la Perlustratrice proverebbe a portarsi a circa un metro dalla ragazza, facendo attenzione ad evitare la zona in cui potrebbero esserci ancora dei residui di quella strana sostanza. Avanzando, dovrebbe passare accanto alla Mezza, di cui sentirebbe la richiesta. La dritta così salirebbe svelta a slacciare il fermo del manto, facendolo scivolare con rapido movimento dalle palle. Se ciò riuscisse, lo tenderebbe alla Guardiana, le smeraldine sempre fisse sulla consorella, in attesa di un suo ordine.

[ATTENDERE RESPONSO]
poche cose, ma qualcosa di importante è avvenuto tra gli elfi…uno di loro che dice di seguirlo, dovranno parlare, qua han colto i loro pari razza, altrove andranno a parlare, davanti hanno i secoli, ma forse già troppi anni sono stati sprecati elfi che odono qualche rumore che i ranger emettono dal fitto della foresta, ma nulla di preoccupante, solo come voci, non urlano. Aileen indovina la mossa, ci fa lo streap tease dell'una di notte, mostrando....wow le caviglie, che roba scottante. Caviglie bianchicce visto che i ranger stanno sempre nel fitto o coperti per nascondersi, quindi di rado prendono il sole..ma solo le caviglie, sotto vi sono i pantaloni bianchi al ginocchio. Apparte che son tutte femmine..però la mossa ha successo, almeno così pare inizialmente perchè parte della sostanza argentea le penetra sotto la pelle....non fa male, ma tanta inquietudine, e alla fine cosa farà nel sangue? si deve amputare la gamba destra? cosa fare e sopratutto le sorprese non sono finite...la terra trema, ma non un terremoto, ma qualcosa di enorme si sta avvicinando, fa pochi passi..proviene dalla grotta, ha sentito odore di carne, ancora non s'affaccia, ancora è molto dentro la terra, ma...? quanto tempo hanno per scappare o affrontarlo?
[GDR PLAY, ORDINE AILEEN, NIENOR, KI IARA]


TENDRIUS [ammantato][fitto del bosco] passo dopo passo s'allontanerà dalla radura ove da poco si è visto con gli altri parirazza, fratelli e sorelle che non immaginava di incontrare, lenti passi che lo accompagnano mentre al seguito i parirazza, silente egli che con i propri capelli argentei volta spalle a loro indicando e portandosi avanti nella via senza al momento fermarsi

KHENDER [fitto del bosco - ammantato / incappucciato] silenti ed armoniosi passi accarezzano i ciuffi d’erba resi umidi dalla rugiada notturna, mentre gli argentei raggi del notturno astro filtrano tra le frasche creando un’atmosfera quasi irreale, seguendo il cammino del suo sire, di tanto in tanto il capo volgeva all’indietro per controllare se qualche altro suo fratello lo avesse seguito.

SUULIME {Folto, dietro khender} il manto nero, pensate, troppo per chi a sottili e delicate stoffe è avvezzo stringe attorno al collo, appena s’intravedon le mani. Il cappuccio calato sulle spalle, stoffa grezza che di quando in quando s’impiglia nei rovi, nei rami delle piante rallentando il passo della creatura dei boschi che ancor non toglie quel pesante manto scuro, non ancora. Eppur nitido allo sguardo l’imago dell’apprendista, poco innanzi a lui procede chi s’è presentato come il brannor…e dietro di lei, ancora passi. Una processione silente questa notte nella foresta, una processione immortale, silente, religiosa quasi. Il viso austero, calmo, eppur sorridente, il passo leggero, come il rumor del bosco e nulla più se non fosse per quell’inutile manto… ma si sa, le mani degli uomini certo non sanno creare le meraviglie dei figli di Dana…

VEGON [fitto del bosco]A chiudere le fila il guardiano, silente nel passo,silente nel verbo, segue i tre parirazza concentrato su di loro e sulle parole di colui che si è definito brannor e allo stesso tempo assorto nei suoi pensieri da guardiano, osservando tutto l'ambiente circostante, annusandone gli odori i profumi che solo la notte può dare, cogliendo i piccoli rumori di sottofondo. Sembrerebbero quattro spettri tanto sono lievi i loro passi.

[PROSECUZIONE IN AUTOMASTERING]
non ce ne voglia il pazientissimo MACSTAR ma ci siamo trovati casualmente tutti e quattro ed abbiamo deciso di proseguire


TENDRIUS [ammantato][fitto del bosco] il passo non s'arresta ancora alla ricerca, le di lui iridi, sono di un piccolo spiazzale ove tutti possano stare per loquire, il bosco man mano si fa sempre più fitto e l'immersione nella natura ormai è totale, il silenzio regna in quella notte, lasciata la radura dove alcune voce s'erano udite e adesso invece solo i passi di loro, l'attenzione portata interamente al loco, sino a quando un piccolo spiazzo, di pochi metri si fa presente e visibile ai propri occhi, e non appena il limitare tra l'ultimo albero e lo spiazzo verrà solcato, il passo s'arresterà e attenderà di conseguenza i fratelli e la sorella.

KHENDER [fitto del bosco - ammantato / incappucciato] arbusti, rami, rovi, radici gli si palesavano innanzi fitti e intricati, ma lui, con passi brevi e con movimenti laterali, agile avanzava in mezzo a codesto ambiente che potrebbe sembrare ostile, ma non ad una creatura di luce, che con quell’ambiente ha un forte legame, [patto con la natura] perfettamente a suo agio, conosce esattamente la direzione che sta seguendo, orientandosi alla perfezione anche in condizioni di luce scarse, grazie proprio alle sensazioni che percepisce dalla natura che lo circonda ogni qual volta una parte del suo corpo entra in contatto con la selva. Ma ecco che colui che si è dichiarato brannor, raggiunta una piccola radura arresta il suo incedere evidentemente è quello il luogo prescelto, cosa avrà da dir loro di così importante. L'areldar lo affianca e fissandolo attentamente resta silente in attesa del di lui verbo.

SUULIME {Folto- verso radura}non v’è una meta in quel pregrinaggio, non v’è un percorso… che sia l’istinto forse? No… forse è solo la reminiscenza di quel legame superiore, ancestrale che non abbisogna di verbo alcuno. V’è chi potrebbe tra l’umane genti aver timore d’incamminarsi per il bosco la notte, per sentieri sconosciuti… ma non chi della foresta è figlio. Troppo a lungo ha esitato la figlia di Dana, troppo… il passo rallenta troppo quella pesante veste nera. E sarà con un gesto leggero, solenne che leverà da sotto il manto le mani, sgancerà la spilla che ferma il nero manto per lasciarlo scivolar sulla schiena, per liberarsi infine da quella stoffa pesante, grezza. Non v’è n’è bisogno par dire l’espressione del viso della silvana, quel sorriso raro… non lascerà cadere a terra il manto, lo raccoglierà in grembo, stretto al petto come si stringe un fardello, stretto a celare il pentacolo al collo, stretto contro la veste d’un azzurro che le genti umane mai potrebbero creare, la semplice veste femminile di fattura elfica infine rivelata. Ora il passo si farà più lesto, proseguirà dietro khender, in silenzio. Solo il canto notturno dei gufi, il frusciar di foglie e rami sarà l’orchestra che annuncia questa processione millenaria…fino alla meta. Una radura che s’apre innanzi a lei infine, là già con giunti Khender… e il Brannor, una radura che questa notte è anche la meta della sfinge ancestrale…

VEGON [fitto foresta]Rigogliosa la vegetazione, ancora incontaminata, quasi a sembrar loro il primo passaggio in quelle zone.I movimenti sarebbero brevi ed eleganti a scansar rami e arbusti ancora vivi, a cercar di ledere il meno possibile ciò che dalla terra è nato. Stusciano i rametti sulla leggera corazza che indossa, sente il peso delle manette e del manganello legati ai suoi calzoni. Le sciabole penzolano sopite quando il terzetto di testa si arresta egli si posterebbe al loro finco a rimirar lo spiazzo trovato dai nobili occhi del brannor, li osserva tutti senza dare a vedere, conscio delle differenze che intercorrono tra loro, convinto delle somiglianze e dello stesso movente. Non è un caso se si sono trovati quella sera alla foresta, non può essere chiamato caso, quello che in cuor suo sà di essere destino.

TENDRIUS [ammantato][fitto del bosco] la casualità di quella sera, forse casualità cercata in quella sera stellata, silente rimane al momento in attesa che tutti raggiungano il piccolo spiazzo uno sguardo lesto ai volti dei fratelli e della sorella per poi proferire *lieto che in questa sera le nostre strade si siano incrociate, mi rallegra la cosa, forse è questo il volere dei nostri destini...* una pausa e il tono calmo quello del brannor che guarda ancora i parirazza e volge nuovo verbo *una nuova alba per il nostro popolo va sorgendo e chiedo voi di portare a sostentamento l'impresa che porterà la nostra famiglia e il nostro popolo alla ricerca della vecchia residenza...* li guarda ancora e adesso lascia così la frase in attesa quasi di loro dire.

KHENDER [radura - ammantato / incappucciato] la mandritta corre alla spilla che ferma i due lembi del corvino manto, una lieve pressione sul fermo che tiene bloccati i lembi di stoffa e le due falde dell’indumento si aprono come un sipario palesando la grigia veste degli apprendisti che, a sua volta, cela il pentacolo degli ancestrali. Le gemelle salgono quindi fino al cappuccio facendolo scendere dietro la schiena, lasciando che la dorata chioma possa danzare con la notturna brezza, indi vanno ad assumere una posizione conserta sul petto. Le parole fuoriescono armoniose dalle vermiglia del brannor, suoni melodiosi che accarezzano il fine udito … fino a quando quella frase … “Mio sire …” replica non appena termina di favellare “… invero il reggente, il fratello Guybrush, voleva edificare una bianca torre ove far prendere dimora a tutte le creature di luce di queste lande … mi sono stati consegnate 4000 monete per questo progetto, ma non si è ancora trovato il luogo adatto …” una breve pausa “naturalmente non ho con me quella somma, ho depositato il denaro in un luogo sicuro, se credete nei prossimi giorni ve lo farò avere” conclude, lo sguardo indugia sul pari razza che si proclama brannor attento a carpirne ogni minima sfumatura sia espressiva che nel tono di voce, per capire se chi ha difronte è davvero chi dice d’esser.

SUULIME {Radura} E infine, raggiunto il gruppo, innanzi al Brannor arresterà l’incedere. Il viso fiero, solenne, sorride come chi osserva per la prima volta l’alba, l’inizio di un nuovo ciclo. le spalle dritte, il capelli neri sciolti sulle spalle, il vento li scompiglia appena. Verso l’apprendista volge lo sguardo dapprima, infine rivela la sua veste, la sua natura. Attenderà ch’egli abbia finito di parlare per tornare a volgersi a Tendrius.E lo sguardo resta fisso in quello del brannor, fisso sul volto di colui che pare davvero condividere il suo stesso sangue immortale… ma la sua stessa genia? Potrebbe capire la lingua antica, potrebbe forse essere un offesa per il brannor? E quindi sarà nella lingua che a tutti è accessibile che volgerà a lui verbo, una voce leggera, musicale, come il canto del vento tra le fronde “Heru… en… amin … a lungo ho vagato per queste terre… ultima della mia famiglia, ultima del mio perduto clan. Partii in cerca di altri figli della luce e giunsi in queste terra… senza incontrare altri della stirpe antica , escluso Khender” per un attimo lo sguardo va all’apprendista, a lui un leggero cenno del capo e di nuovo rivolta al brannor “a lungo potrei discorrere con voi del destino, Brannor Tinuviel… ma ora forse non sarebbe il momento. Le vostre parole sono per me motivo di una gioia che non potete immaginare… altri esistono della stirpe antica… per quanto li ho cercati…” e per un attimo abbassa la testa, le braccia allentano la presa lasciando scivolar appena il mantello nero, ora poco più che un fagotto, quel tanto che basta per rivelare alla vista il pentacolo al collo e la pietra gialla al suo centro.un sospiro, e di nuovo alzerà la testa, di nuovo stringerà il fagotto al petto, di nuovo celerà il pentacolo “ se il mio aiuto potrà esservi utile, se la mia sapienza, la mia conoscenza potranno rivelarsi utili, io le offro. Io Suulime Engriol Vinya o Silda Raana … ultima discendente dei Taur Quessir, offro tutto l’auto che potrò darvi sia nella ricerca della perduta dimora che nella costruzione della nuova….” E qui conclude, sorridente, la voce increspata forse dall’emozione, quella di sapere che davvero una nuova casa esiste in queste terre così lontane da quella natia, quella di non essere forse la sola....

VEGON [radura] Attento è l'immortale alle parole del Brannor, attento invero alle parole di tutti i parirazza, ne ascolta le sfumature, le melodiose voci, mai aveva udito canti così soavi, mai avevano le sue puntute udito tanta melodia nel pronunciar parole tanto semplici, eppur così forti. Sembra che si stia decidendo per il futuro della nobile razza della quale lui è un rappresentante. Tutti offrono il loro aiuto, al massimo delle loro capacità ma quale è la sua capacità?anch'egli come la sorella Suulime, non ha trovato altri che fratello Khender in avalon, anch'egli pensava di essere un essere più unico che raro, ma è felice di sbagliarsi, felice di non essere solo, e di aver ritrovato parirazza, e di avere davanti la prospettiva di poter ricreare ciò che lui non ha mai visto, se non nei suoi sogni, o nei racconti mitici che sentiva da bambino, lui che bambino non è mai stato. Timidamente le parole fuoriuscirebbero dalla sua bocca, lente e ben misurate ''io posso offrire l'aiuto che mi verrà richiesto''verbierebbe alzando man mano lo sguardo sui presenti ''io''continuerebbe ''posso cercare fratelli smarriti, perduti posso cercare chi come me non sà ancora che esistiamo''poi rivolto al Brannor ''che esistete'' volgendo un gesto con la destra mano ad indicare anche i suoi fratelli.''molti credono di essere soli, e solo di passaggio hanno visto parirazza'' arresterebbe così il suo loquire, lui che non aveva mai parlato tanto in vita sua, meravigliandosi di come facilmente possano nascere parole quando si è tra fratelli di sangue. Arresterebbe il suo loquire osservando imbarazzato gli astanti.

TENDRIUS [ammantato][fitto del bosco] li guarda tutti in quella notte ove la luna sembra nulla e la luce è fioca, ascolta i loro dire e annuisce appena a quelle parole poi continuando con il proprio dire *bene felice di poter vedere che non sarò solo in questa impresa... vero è che pochi di noi sanno che altri fratelli e altre sorelle vivono in questa landa, ma Fratello Khender per la costruzione di una torre per il nostro popolo temo che avremo bisogno di altre finanze sapete gli umani sono avari di materiali e il costo penso sia non da escludere, Muindor Vegon e Muinthel Suulime la possibilità di trovare altri Muindir e altre Muinthyl sarebbe fantastica, riunire l'intero popolo nuovamente come un tempo...* poi s'avicina a Khender e Suulime e fa poggiando la mano rispettivamente alle spalle di loro *Voi sarete le mie Vortah (Guardie)... mi aiuterete nelle decisioni...* poi sposta lo sguardo verso Vegon e fa *e voi Muindor Vegon sarete un Herdir, anche voi farete parte del Nostro consiglio del popolo elfico...* un leggero sorriso rivolto ai tre che in quel momento si trovano in quel loco con egli, poi silente torna al proprio posto.

KHENDER [radura] con lo sguardo sempre fisso sul Brannor ascolta con attenzione prima il verbo del guardiano e dell’ancestrale, infine la replica del Sire elfico, non percepisce menzogna in quelle parole e quando la di lui mano impatta sulla spalla dell’areldar, il capo si china leggermente in segno di sottomissione “Heruamin, … Brannoramin //trad. mio signore … mio sire” risponde con tono di voce visibilmente emozionato “… su incarico del reggente di Avalon, ho contattato tutti gli immortali che dimorano sull’isola dei meli e sulla terraferma, Guybrush ha la pergamena con i tutti nomi, se credete potrei chiedergli di restituirmela …” conclude attendendo istruzioni in merito.

SUULIME {Folto}il capo leggermente inclina alle parole del Brannor, ma senza staccar da lui lo sguardo. “di donate un grande onore… e una grande fiducia. Spero di dimostrarmene degna Heru en anmin” conclude risollevando la testa “ma questo, ce lo dirà solo il tempo…” una pausa, il viso che s’era fatto teso al gesto del sire, non s’illuminerà ora di sorriso alcuno,serio ora si mostra, assorto “indagherò sull’antica dimora, su dove essa possa o meno trovarsi, cercherò scritti antichi che possano di lei parlare… appena avrò notizie vi farò sapere… prima ancora di pensare a costruirne una nuova, cerchiamo quella che ancora dovrebbe esistere…” quindi lo sguardo volgerà ai confratelli or più sereno il viso, tronfio, sorridente “ vi faccio una proposta sire Tinuviel, fratelli: finchè non avremo una nostra dimora, potremo ritrovarci in questa radura al bisogno… per discutere lontano da occhi indiscreti… chè molte son le cose di cui dovrò parlarvi un giorno… molte… e questa foresta mi pare un luogo sicuro. Se mi cercherete, fratelli… cercatemi …alla Fortezza ancestrale” le ultime parole escon quasi come un soffio. Deglutisce visibilmente, il viso contratto, le spalle dritte, tese… forse timore a rivelar simile arcano segreto? ...

VEGON [fitto bosco] ascolta con attenzione le parole del brannor, e il verbiare dei fratelli, ma resta impietrito quando il parirazza gli si avvicina rivolgendogli parola. Stenterebbe a credere alle sue orecchie, penserebbe ad una presa in giro se se non fosse tanto solenne il momento, e tanto serena l'espressione del sire, quanto seria. Abbassa il capo in un inchino compito ''Vi ringrazio mio sire per la fiducia accordatami, non vi deluderò'' verbierebbe soltanto poche parole le uniche che la sua gola lascerebbe passare. Troppo a lungo si è trovato solo, ma ora il futuro, gli sembra meno doloroso, la sua infinita vita ha un senso totalmente nuovo.

TENDRIUS [ammantato][fitto del bosco] annuisce solo ai presenti e un sorriso volge a loro poi verso Khender *una lista dite? ebbene si che questa lista pervenga al consiglio tutto così che possa comunicare con le nostre persone sicuro che tale lista sia aggiornata con tutti i nomi che ci serviranno* poi guarda gli altri due e fa *certamente questo il loco destinato al momento per i nostri incontri sino a ritrovamento dell'albero che un tempo accoglieva la nostra gente* poi uno sguardo in alto e fa *miei muindyr e mia muinthel lieto è stato per me loquire con voi, ma adesso altri impegni richiedono la mia attenzione... vogliate scusarmi...* un inchino volge a loro e attendendo saluto poi si volterebbe e continuerebbe ad inoltrarsi nel fitto bosco, lasciando che anche loro tornino ai loro doveri.

KHENDER [fitto bosco / radura] l’innata riservatezza lo spingerebbe a non rivelare la sua natura di apprendista nell’arcana arte, lo sguardo fiero e docile al contempo, simbolo ed orgoglio della sua natura di immortale, manterrebbe fisso sul Brannor mentre gli replicherebbe “come comandate mio sire … invero sono già passate diverse lune da quando ho redatto quella lista, tuttavia credo sia comunque una buona base di partenza” attenderebbe il di lui congedo prima di salutarlo a sua volta, quindi, dopo aver saluto il guardiano, si congederebbe “Lissenen ar' maska'lalaith tenna' lye omentuva “ e volgendosi verso la silvana [skill doti comunicative] § credo che sia ora di rientrare § farebbe risuonare nella di lei mente queste parole, evitando di usare gli insegnamenti telepatici dell’arcimaga per non destare sospetti, visto che non ancora sufficiente padronanza di codesta skill degli ancestrali.

SUULIME {Folto- foresta }e come era giunto, in quella notte di misteri il sire si dilegua.un inchino rivolge, un inchino dalla silvana riceve. Attenderà che tutti gli altri abbian lasciato la radura, solo “Aa’ menle nauva calen ar’ ta hwesta e’ ale’quenle possano le tue strade essere verdi e il vento accompagnarti” il saluto antico l’unico verbo rivolto ai confratelli un cenno a khender “precedetemi pure… vi raggiungerò…” e resterà sola in quel loco. Silente… sola come chi molto ha motivo di meditare questa notte… s’avvicinerà alla prima grossa quercia per sedere ai suoi piedi, la schiena adagiata contro il tronco, il viso alle stelle volto, alla luna testimone di quel patto, a quel cielo trapunto di stelle solcato di quando in quando dalla figura del barbagianni che da sempre segue i suoi passi…

VEGON [radura]le parole sono chiare nella sua mente, si incontreranno ancora,lì, e lì decideranno le sorti della nobile stirpe di cui fanno parte, insieme a tutti i fratelli e le sorelle smarriti nelle terre della regione. Li saluta per ora il brannon, e così anche Khender e suulime.Ricambia i saluti il guardiano, e sorride alle loro schiene osservandoli mentre si allontanano verso altre mete.è ora di tornare in garitta, è ora di stendere rapporto sulla ronda ma non sul fausto incontro avvenuto in quella rigogliosa foresta.


Commento: credo che non ci sia nulla da aggiungere visto che siamo solo agli albori di un nuovo giorno, se il buongiorno si vede dal mattino ...

Khender Vanimeldë Ñoldor
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