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Luilath Stekòr

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2010 13:42
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OFFLINE
Post: 5
Città: MILANO
Età: 34
Sesso: Maschile
17/01/2010 23:07

Nome Completo: Luilath Stekòr Luthien

Clan di appartenenza: Areldar

Età: 199

BG:

"Madre, guarda, cade una stella"
"Quando cadono le stelle, la vita di un elfo è stata spenta" favole intorno al fuoco.
"Madre, ma noi siamo immortali!"
"Alla vecchiaia, forse...ma non alle spade degli uomini" il piccolo Luilath ascoltava, perplesso di quanto la madre diceva. Aveva forse quattro anni all'epoca, o meglio...dimostrava quattro anni, ma quanti ne erano davvero passati dalla sua nascita? Per gli elfi il tempo non conta. Quel giorno sarebbe per sempre rimasto impresso nella sua memoria. Gli occhi blu vagavano per la ricca casa che possedevano, sui fratelli maggiori, che litigavano tra loro, e infine sulla sorella più piccola, che dimostrava circa due anni, all'epoca. Essailyl. Perché gli restò impresso? Per quella sensazione di pace che provava all'epoca, come tutti i bambini, di qualsiasi razza siano, dovrebbero provare. Sensazione che si sarebbe protatta, negli anni a venire.
Era un uomo molto in vista, suo padre, ricco. Un elfo altero e arrogante, il cui carattere si trasmise al figlio. Ma c'era una gentilezza di fondo, che nessuno dei due genitori possedeva. Adorava quella dolce sorellina, che a volte cullava tra le braccia, e baciava, le cantava nenie in lingua elfica. Non legò mai troppo col padre, che avrebbe voluto vederlo studiare magia, come la figlia minore.
Ma a Luilath la magia non interessava troppo. Certo, gli piacevano le magie del padre, ma preferiva l'allenamento. Sin da piccolissimo, passava ore nei boschi, ad arrampicarsi sugli alberi, e in seguito sui tetti delle case. L'agilità elfica ne fu certo fortificata da quello che per lui era un gioco infantile, un modo come un altro per sfuggire allo studio. E ne sfuggì definitivamente a circa 150 anni. Gli fu penoso abbandonare la sorellina, ma doveva farlo. Voleva vedere il mondo, la sua natura curiosa non gli permetteva di restare troppo a lungo fermo in un punto.

L'elfo entra nella stanza del figlio. Lo guarda, ormai è quasi un uomo. Si è pentito di non avergli badato troppo, in questi anni. Ormai ha raggiunto la sua massima statura, è alto quanto lui. Ne scorge la zazzera chiarissima, smossa appena, e quegli occhi blu, come quelli della madre. Lo guarda, sta mettendo in una borsa alcune vesti. Non ha armi con se.
"Parti?" dice, incrociando le braccia sul ventre.
"Si padre...perdonatemi, ho bisogno di vedere il mondo, di scoprire cose nuove" l'uomo non fa commenti.
"L'arma che hai al fianco è vecchia"
"Spero di non dover uccidere mai nessuno, sapete? Non è bello strappare via una vita" lo vede sorridere, e alza appena la testa su di lui. Si avvia verso la porta, ma il padre lo ferma. Nella mano destra tiene una spada. Una bastarda elfica.
"Per te...sei bravo, mi hai già sconfitto una volta. Una buona arma ti aiuterà"


Non fu facile per me...viziato e amato fin da piccolo, mi ritrovai in un mondo sconosciuto, diverso da quello che conoscevo. Fu strano, all'inizio. Mi abituai a vivere da solo. In strada incontrai gente curiosa. Tra cui un mezz'elfo. Era simpatico, si, simpatico. Eppure mi era stato insegnato a disprezzarli. Mi abituai alla sua compagnia. Era un maestro d'armi. Quanti duelli abbiamo fatto? Ho perso il conto ormai! Alexander Goowan si chiamava. Un mezzo, uno stupido mezzo, avrebbe detto mio padre. Ma era mio amico. Era un cacciaguai. Con la bastarda regalatami da mio padre, dovetti difendermi non meno di una trentina di volte. Oddio, se ci ripenso....con lui scoprii di non cavarmela affatto male, accidenti!
Quante volte siamo finiti nei guai? Non più di un milione, questo è certo! Abbiamo viaggiato e viaggiato per circa....voi umani direste quarant'anni. Dieci per me, venti per quel mezzosangue. Dea e ci SIAMO divertiti si! Beh, non nelle prigioni di Francia, questo è certo. Ma quell'imbecille di un mezzo aveva dato del buffone a un non so chi, che se la prese. Ah, e non nelle prigioni dei normanni. Lo stesso, Alexander ci ficcava sempre nei guai. Beh, anche io facevo la mia parte, va detto, il mezzo mi contagiò con quella strana malattia del ficarsi nei guai peggiori. Però ci divertimmo. Mi dispiace che ci siamo dovuti separare...ma sapete, quando si ha un figlio finisce il tempo di viaggiare. Ah, non sono io che ho avuto un figlio, ma Alexander. Da un elfa, di cui si era innamorato. Baciai sulla testa quel piccolo essere e me ne andai. Tornai a casa per qualche mese, e seppi che mia sorella se n'era andata. La sciocchina aveva seguito le tracce di non so che ciondolo. Poteva stare senza di me? No. Potevo stare senza la mia sorellina? No. Così feci di nuovo i badagli, e ripartii. Presi la nave, pagai il capitano. Si va ad Avalon signori!








OFFLINE
Post: 243
Città: RAGUSA
Età: 36
Sesso: Maschile
19/01/2010 19:48

//il Bg va bene, ma cerca di seguire lo schema di creazione di una scheda per pg elfi, così abbiamo uno standard e non c'è rischio di sbagliare, anche perchè non hai specificato la skill che richiedi


Un Elfo non si sarebbe mai tatuato il corpo!
MAI il tempio dell'energia e della forza,
non si sarebbero mai tatuati!!.
Tatuaggio??? roba da Trolls, Orchi, Mannari!!

OFFLINE
Post: 5
Città: MILANO
Età: 34
Sesso: Maschile
20/01/2010 13:08

Nome completo del PG:

Luilath Stekòr Luthien

Clan di Appartenenza:

Areldar

Età:

199

Allineamento:

N|P = Neutrale Puro

Punti Karma:

212

Background:

"Madre, guarda, cade una stella"
"Quando cadono le stelle, la vita di un elfo è stata spenta" favole intorno al fuoco.
"Madre, ma noi siamo immortali!"
"Alla vecchiaia, forse...ma non alle spade degli uomini" il piccolo Luilath ascoltava, perplesso di quanto la madre diceva. Aveva forse quattro anni all'epoca, o meglio...dimostrava quattro anni, ma quanti ne erano davvero passati dalla sua nascita? Per gli elfi il tempo non conta. Quel giorno sarebbe per sempre rimasto impresso nella sua memoria. Gli occhi blu vagavano per la ricca casa che possedevano, sui fratelli maggiori, che litigavano tra loro, e infine sulla sorella più piccola, che dimostrava circa due anni, all'epoca. Essailyl. Perché gli restò impresso? Per quella sensazione di pace che provava all'epoca, come tutti i bambini, di qualsiasi razza siano, dovrebbero provare. Sensazione che si sarebbe protatta, negli anni a venire.
Era un uomo molto in vista, suo padre, ricco. Un elfo altero e arrogante, il cui carattere si trasmise al figlio. Ma c'era una gentilezza di fondo, che nessuno dei due genitori possedeva. Adorava quella dolce sorellina, che a volte cullava tra le braccia, e baciava, le cantava nenie in lingua elfica. Non legò mai troppo col padre, che avrebbe voluto vederlo studiare magia, come la figlia minore.
Ma a Luilath la magia non interessava troppo. Certo, gli piacevano le magie del padre, ma preferiva l'allenamento. Sin da piccolissimo, passava ore nei boschi, ad arrampicarsi sugli alberi, e in seguito sui tetti delle case. L'agilità elfica ne fu certo fortificata da quello che per lui era un gioco infantile, un modo come un altro per sfuggire allo studio. E ne sfuggì definitivamente a circa 150 anni. Gli fu penoso abbandonare la sorellina, ma doveva farlo. Voleva vedere il mondo, la sua natura curiosa non gli permetteva di restare troppo a lungo fermo in un punto.

L'elfo entra nella stanza del figlio. Lo guarda, ormai è quasi un uomo. Si è pentito di non avergli badato troppo, in questi anni. Ormai ha raggiunto la sua massima statura, è alto quanto lui. Ne scorge la zazzera chiarissima, smossa appena, e quegli occhi blu, come quelli della madre. Lo guarda, sta mettendo in una borsa alcune vesti. Non ha armi con se.
"Parti?" dice, incrociando le braccia sul ventre.
"Si padre...perdonatemi, ho bisogno di vedere il mondo, di scoprire cose nuove" l'uomo non fa commenti.
"L'arma che hai al fianco è vecchia"
"Spero di non dover uccidere mai nessuno, sapete? Non è bello strappare via una vita" lo vede sorridere, e alza appena la testa su di lui. Si avvia verso la porta, ma il padre lo ferma. Nella mano destra tiene una spada. Una bastarda elfica.
"Per te...sei bravo, mi hai già sconfitto una volta. Una buona arma ti aiuterà"


Non fu facile per me...viziato e amato fin da piccolo, mi ritrovai in un mondo sconosciuto, diverso da quello che conoscevo. Fu strano, all'inizio. Mi abituai a vivere da solo. In strada incontrai gente curiosa. Tra cui un mezz'elfo. Era simpatico, si, simpatico. Eppure mi era stato insegnato a disprezzarli. Mi abituai alla sua compagnia. Era un maestro d'armi. Quanti duelli abbiamo fatto? Ho perso il conto ormai! Alexander Goowan si chiamava. Un mezzo, uno stupido mezzo, avrebbe detto mio padre. Ma era mio amico. Era un cacciaguai. Con la bastarda regalatami da mio padre, dovetti difendermi non meno di una trentina di volte. Oddio, se ci ripenso....con lui scoprii di non cavarmela affatto male, accidenti!
Quante volte siamo finiti nei guai? Non più di un milione, questo è certo! Abbiamo viaggiato e viaggiato per circa....voi umani direste quarant'anni. Dieci per me, venti per quel mezzosangue. Dea e ci SIAMO divertiti si! Beh, non nelle prigioni di Francia, questo è certo. Ma quell'imbecille di un mezzo aveva dato del buffone a un non so chi, che se la prese. Ah, e non nelle prigioni dei normanni. Lo stesso, Alexander ci ficcava sempre nei guai. Beh, anche io facevo la mia parte, va detto, il mezzo mi contagiò con quella strana malattia del ficarsi nei guai peggiori. Però ci divertimmo. Mi dispiace che ci siamo dovuti separare...ma sapete, quando si ha un figlio finisce il tempo di viaggiare. Ah, non sono io che ho avuto un figlio, ma Alexander. Da un elfa, di cui si era innamorato. Baciai sulla testa quel piccolo essere e me ne andai. Tornai a casa per qualche mese, e seppi che mia sorella se n'era andata. La sciocchina aveva seguito le tracce di non so che ciondolo. Poteva stare senza di me? No. Potevo stare senza la mia sorellina? No. Così feci di nuovo i badagli, e ripartii. Presi la nave, pagai il capitano. Si va ad Avalon signori!


Descrizione fisica

Alto un metro e ottantacinque (1.85), dalla corporatura esile e longilinea, capelli biondi platino, degli occhi azzurri, di un colore somigliante ad un pastello di tale colore.

Skills di Razza

Resistenza al Sonno/Charme - Doti Comunicative - Visione Crepuscolare - Sensi Sviluppati - Sangue Elfico - Patto con la Natura - Mimetismo - Esperienza in Armi Elfiche

Caratteristiche di Razza

Agilità: +2

Potenza: -1

Resistenza: -1

Metri per Turno: 7

Bonus taglia: 0

Incanto di Clan:

Luce di vita

Skills Richieste:

Agilità +3
OFFLINE
Post: 243
Città: RAGUSA
Età: 36
Sesso: Maschile
18/12/2010 13:42

BG e Skill Approvate
come da richiesta la skill e il BG vengono approvate


Un Elfo non si sarebbe mai tatuato il corpo!
MAI il tempio dell'energia e della forza,
non si sarebbero mai tatuati!!.
Tatuaggio??? roba da Trolls, Orchi, Mannari!!

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