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Post battaglia, direzione tempio..

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2010 11:35
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19/03/2010 17:38



RIASSUNTO: Continuazione della role che vede Fanni in braccio al povero Aidan che la deve portare al Tempio.Sverrà senza ritegno ad un certo punto, vista la perdita di sangue..(masteratami precedentemente.)

COMMENTO:Role più che tranquilla, abbiamo deciso di "anticipare" eventualmente i tempi visto che avevamo a disposizione una serata, in previsione dell'approvazione del gdr…l'avevamo già pronta
.


GDR START


FANNI[[Foresta°Aidan.]] Accoccolata in quel modo tra le braccia dell'elfo mingherlino si direbbe che la Kishan non sia affatto un cavaliere, quanto piuttosto una povera vittima inferma. Non per nulla è lo stesso simbionte che gode nel sentir ridondante i pensieri della silvana che, in quelle condizioni, di certo non palesa grande soddisfazione.La giusta punizione, il non esser riconosciuto cavaliere, cosa che non fa imbestialire la gemmata, ma piuttosto pensare con una venata amarezza a coprirle ed ombrarle il volto. Ancora quella stilla di sangue a rigarle la gota- e la rimane- mentre la linfa non da segno di voler fermare il suo defluir da quella gamba legata, per quanto poco, dalla sciarpa. Già s'è incolorita anche la stoffa stessa del lungo drappo che, chissà se mai più potrà tornar decente per il ranger. Inutile dire che la carnagion solitamente ambrata della draconica or sembra esser evanescente, pallida quasi, e proprio per questo, giacché i giramenti non accennano a diminuire, sarà con quel fiato in gola che andrebbe a pronunciare poche e fievoli parole.]]Siamo abbastanza lontani..se siete stanco possiamo riposare e riprendere in un secondo momento…[[SI fa scrupoli, non solo per se stessa, ma pure per colui che dopo la battaglia sembra aver continuato a portarsi avanti senza lamentar dolore o debilitazione fisica.Quasi a volerlo convincere del potersi fermare senza problema, stringe i denti quando le fitte più forti vanno a farsi proprio dove ancor conficcata rimane la freccia.

AIDAN [Foresta Luce] Continua ad avanzare, serio, concentrato. Muoversi con lei in braccio, nel fitto del bosco, tra fronde, cespugli, radici ed alberi, non Ë di certo cosa agevole. Deve fare ricorso a tutto il suo senso dell'orientamento, a tutta la conoscenza di quella parte di foresta appresa durante i lunghi perlustramenti con i rangers. Nella sua mente la via Ë piuttosto chiara. La via pi˘ breve per portare la draconica fuori dalla foresta di luce passa per forza per uno dei sentieri pubblici che uniscono la radura della Sacra Fonte con gli altri luoghi dell'isola. Il problema Ë riuscire a non portarsi troppo fuori da questi percorsi e, allo stesso tempo, trovare la via pi˘ ampia attraverso quell'intrico di vegetazione, per evitare alla Taur Quessir ferita pi˘ scossoni e urti di quanto non sia necessario. Per questo Ë costretto a procedere piuttosto lentamente, anche se il luogo in cui Ë avvenuto lo scontro non sia ancora cosÏ distante da potergli permetterepause o soste. Per questo scuoter‡ il capo alla domanda della ragazza, seppur il trasportarla a quel modo lo affatichi. [Ci fermeremo pi˘ avanti. Dovrei avergli dato abbastanza preoccupazioni per non mettersi subito alle nostre calcagna, ma Ë meglio mettere ancora un po' di distanza tra noi e loro]. Il riferimento, ovviamente, Ë al loro compagno ormai cadavere, e all'altro, che deve essersi preso un bello spavento. Ma tutto questo Fanni non dovrebbe averlo visto e lui non si sente di dover specificare maggiormente, non almeno senza un'esplicita domanda da parte di lei. Pi˘ avanti dovranno sostare quasi sicuramente, Aidan Ë pur sempre un silvano, seppur avvezzo alla fatica e al lavoro, non certo un Ercole.

FANNI[[Foresta°Aidan.]]Non annuisce, nemmeno di sfuggita altre domande o altre considerazioni vengono fatte giacché ormai in quello stato se già le parole una volta son riuscite ad esser proferite, par essere un grande risultato. Le palpebre pesanti infatti comincian a calare incisive sopra gli occhi verdi di lei che, tra un passo e l'altro crede quasi di sentir la freccia aguzza scavar profonda sopra il suo ginocchio.A nulla varrebbe la resistenza sin lì adoperata poiché, gira che ti rigira, termina anche la sua sopportazione. Non il sonno, bensì una sorta di svenimento graduale par sopraggiungere su di lei che, in quella posizione e zitta zitta, sembrerà solamente accovacciata. Nulla dovrebbe sospettare il silvano, fino a quando quest'ultimo non andasse a porle una domanda alla quale lei- sicuro- non potrà rispondere. Un elfo che dorme!Giammai!Dolore, stanchezza, perdita di sangue, fatica..un intruglio di cose che soverchiano senza tanti problemi il fisico, allenato ma entro i limiti, della gemmata stessa.|°°°deh! Ch'è?Suvvia, Anzi. Vedi di ridestarti!°°°|Sbraita imperioso il di per se già imbestialito dragone, e nessuna replica che sorge dal di lei pensiero.

AIDAN [Foresta Luce, Folto] Finalmente, dopo essersi mosso all'interno del fitto del bosco, riesce ad incrociare la via solitamente usata da loro rangers per muoversi rapidamente intorno alla Sacra Radura. Non Ë che una lieve traccia, meno che un sentierino tra il sottobosco. Meglio conosciuto perÚ, e pi˘ agevole, tale da poter essere seguito con meno sforzo dal Perlustratore silvano. Quella via percorre sostanzialmente, tutto un circolo intorno alla radura dell Fonte, andando ad intersecare tutte le principali vie che uniscono la selva con la cittadina di Avalon e gli altri luoghi dell'isola. La percorre in senso antiorario, deciso ad incrociare, a nord, il sentiero che si dirige direttamente verso la cittadella protetta dalla Dea. Quando, chinando il capo per accertarsi della condizione dell'elfa, poser‡ gli occhi sul suo volto, non potr‡ non accorgersi delle precarie condizioni in cui ella verser‡. Scuoter‡ il capo, tentando di accellerare un pocoil passo. Poco, perchÈ di pi˘ non Ë possibile. Allo stesso tempo cercher‡ di scuoterla un pochino, per tentare di ridestarla.. [Hey avanti... apri gli occhi.. su, vediamo di non fare scherzi...]. Il tono di voce non Ë per niente quello compassato e posato che gli Ë consueto. Apparir‡ piuttosto teso, nervoso, sia per lo sforzo di portarsela in groppa per mezza foresta che per la preoccupazione per le condizioni di lei. Nell'animo, nel fondo del suo spirito secolare, paiono essersi risvegliati legami ormai dimenticati, legami di affetto e sangue che la loro lunga caccia nella foresta non ha fatto che rinsaldare. Una vicinanza che raramente il Taur Quessir ha provato, che gli fanno affiorare i nervi, lo rendono stranamente poco pacato e freddo, lui abituato a controllare sempre qualsiasi reazione, a soppesarla e a celarla persino a sÈ stesso.

FANNI[[Foresta°Aidan.]]E' strano, molto strano per un elfo poter descrivere il "dormire". Non è proprio in tutto e per tutto questo il caso della silvana, eppure qualcosa di molto particolare sembra per un po' avvalersi di lei, così da risultare un'esperienza quanto meno trascendentale per una creatura che non sappia cosa sia il sonno. In quel groviglio di pensieri, attorniata non da dolci sogni quanto da cose ben più deprimenti e meno piacevoli. Brucia incessantemente la ferita così come il suo stesso cangiante orgoglio, macchiato, brutalmente per l'ennesima volta. Non c'è Yscik, non c'è il suo Zaffiro- non perché non ci sia ma perché ella è quasi sorda in quel mentre- non piange, ma sente inesorabilmente la mancanza della sua seconda mente. L'antico dragone sembra essere cercato ancora e ancora, senza però poter essere trovato. A nulla varrebbero, ora come ora, le parole dell'affaticato silvano, a nulla varrebbero ugualmente le parole sprezzanti e certo poco gradevoli che il Valente scaglia come frecce in direzione della gemmata.|°°°T'avverto, non prendermi in giro o rimpiangerai d'avermi quale tuo maestro.°°°|Brillano nella mente di lei i enti aguzzi dell'imponente sua figura, digrignata la bocca le cui palpebre in una morsa d'acciaio, ferrea e senza via d'uscita, per un attimo afferrano e scuotono le meningi di lei. Non muoverebbe un muscolo nella realtà, nemmeno le ode, nemmeno pensa che qualcuno la stia chiamando per la verità. Non sa di esistere, o forse anche troppo?Tutto troppo confuso perché possa trovarvi un qualche nesso razionale tale per cui, con una qualche geniale pensata, possa riprendersi. C'è un ma. L'inconscio di lei pare fuoriuscire, sgorgare limpido e cristallino come non mai. Così quando è lei ad urlare all'interno di quel maelstrom che l'attanaglia solo Yscik potrebbe sentirne i pensieri e quasi stupirsi per quanto sta udendo.Ascolta i dubbi di lei che nascono fin troppo naturali, prima di sedar quella rivolta di pensieri con un ruggito tale da scuotere tutta l'essenza della kishan.

AIDAN [Foresta di Luce, folto] Per qualche secondo appena, qualche veloce istante, la vegerazione scomparir‡ totalmente da intorno ai due silvani. La via erbosa si stender‡ sotto i passi del ranger, proseguendo sotto di lui a destra e a sinistra, per scomparire nell'oscurit‡ poco oltre. Il sentiero di nord-est, quello che conduce direttamente alle pendici del Tor, senza passare per la cittadina. Non va nemmeno vista di badarci troppo, il Quessir, mentre si rituffa nella vegetazione dall'altra parte del viottolo. Non Ë ancora questo, quello che cercava. Quindi continua a seguire la sua via, quella che la foresta gli apre sotto ai piedi, che solo coloro che la percorrono quotidianamente possono rintracciare con sicurezza. quella fugace visione Ë perÚ sufficiente a dargli una precisa conoscenza della loro posizione, oltre che rinfrancarlo assai. Non manca pi˘ molto per incrociare l'altro sentiero, quello che invece dovr‡ percorrere fino al Tempio della Dea. Questo vuol dire che tra non molto saranno fuori da quella foresta, forse anche incontrare qualcuno che possa aiutarlo a trasportare pi˘ velocemente la draconica presso il luogo di cura. Speranza quanto mai rinforzata dall'assenza di reazione, per lo meno visibile, alle sue sollecitazioni, da parte di lei. Ormai pare che il dolore abbia sopraffatto i suoi sensi, l'abbia precipitata in una sorta di torpore dal quale non ha pi˘ la forza di trarsi.

FANNI [[ Foresta° Aidan.]]No, proprio non sembra farcela, nemmeno quel fragoroso ruggito di Yscik sembra averla aiutata in quel momento. Contrastare ciò che non si può contrastare risulta essere ostico davvero. E' il drago stesso allora che prende in mano le redini del gioco. Solo lui sa dove poter parare e dirigersi nel labirinto mentale della kishan e così si muoverebbe. L'intento è farla semplicemente ragionare pure in condizioni che di norma non lo consentirebbero.|°°°Avanti, Anzi!Ch'è nel sonno che perdi coscienza di ciò che la tua strada?Su, mostrami ciò che vali.°°°|In quella coltre di buio invalicabile la figura dell'elfa sembrerebbe lottare non solo contro se stessa, ma contro il dolore stesso e quell'opprimente senso di stanchezza. Così sbatte i pugni a vuoto- che poi molto a vuoto non lo sono- cosa può fare? Lei, così impotente davanti all'eternità che si palesa oscura e tutt'altro che luminosa. Cosa può fare? Lei, così piccola, debole, ferita, insicura. Cosa può fare un gemmato?Un cavaliere della via della mente? Ancora pugno sembran volare nell'aere mentre pure il dragone sembra quasi scatenarsi in un altro portentoso ruggito che andrebbe a ribaltar persino le onde del mare.Già. Cosa può fare un cavaliere che persegue la via della sapienza?Così come il primo raggio di sole, dopo la notte, sembra dissolvere ogni ombra anche per pochi secondi, così fa breccia in lei la consapevolezza dell'insegnamento chiave del suo cammino. La sua forza è la sua mente, e quale mente forte può riportarla fuori dall'oblio se non quella del suo millenario dragone ch'è là, ad aspettarla.|°°Yscik.°°|Lo chiama, una, due, tre volte e infine lo sente…sente distinta la risposta.|°°°Alla buon'ora, selvaggia.°°°|]]Mmh..[[Escono poche e indistinte sillabe dalle di lei labbra, soffiate con poca forza, ma che riescono a dare l'idea che- da sola o quasi- sia riuscita in parte a riprendersi.

AIDAN [Foresta di Luce, folto] Anchora qualche passo, resi difficili dalla vegetazione che in prossimit‡ dei sentieri si fa pi˘ fitta, onde meglio celare le figure dei rangers quando essi perlustrano e controllano le vie di accesso alla Foresta. Poi perÚ, finalmente, il sentiero. Quello vero, il viottolo largo ed erboso, privo di fronde, cespugli e imbrogli vari che gli rendono impossibile il passo. Andare avanti si fa decisamente pi˘ agevole, mentre il Quessir svolta decisamente verso nord, verso Avalon cittadina. Non fa fatica alcuna ad orientarsi, in quel tratto tanto battuto, tanto percorso e tante volte visto, ancor prima di diventare quel che Ë, quando ancora risiedeva a Barrington e alla Foresta riservava tanto rare quanto provvidenziali visite per la sua salute messa a dura prova dalle sostanze velenose. Spicca, sul suo collo abbronzato, una sottile catenina argentata, di solito sempre celata dalla sciarpa scura o dai suoi abiti, ma che nel disagevole viaggio ed i movimenti fatti hanno fatto balzare fuori dall'usuale nascondiglio. Attaccato ad essa un assortimento alquanto bizzarro di monili. Una piccola spilletta viola, una strana foglia, un anello sottile ornato di una gemma azzurra e un'altra, piccola pietra. Un'accozzaglia che in realt‡ Ë un po' il riassunto dei suoi ultimi anni. Storce il naso nel vedere scopere cose che dovrebbero rimanere accuratamente celate, ma di certo non puÚ liberarsi un braccio per rimettere tutto a posto. Vorrebbe dire lasciar andare l'elfa, cosa che nemmeno si sogna di fare. Tanto pi˘ che per il momento lei non sembra dar segnale alcuno di ripresa, a parte quel lieve mugolio. Di certo non puÚ accorgersi di quello che lui porta appeso al collo. Un'occhiata alla sua sciarpa, ancora legata alla coscia della Quessir, ormai completamente imbrattata di sangue. Dovr‡ farsene ridere un'altra...

FANNI [[Foresta°Aidan.]]Si schiudono le palpebre che tentato d'inquadrar seppur vagamente un volto familiare. Folti i capelli sembrano calare sopra il viso perfetto e segnato da diversi tatuaggi di un giovane che, tutto corrucciato, sembra cercar e guardarsi intorno. Aidan, ricorda quanto accaduto con nitidezza nonostante non sia proprio quello il suo obiettivo ora come ora. Restare quantomeno sveglia è ciò che vorrebbe, nulla di più. Il fantasma che solitamente sembra impossessarsi della sua persona quand'ella cammina di certo or dorme, cullato da quel dondolio leggero che la conduce in direzione del tempio. Ah, deprimente, deprimente sul serio, saper di dover dipendere da qualcuno d'improvviso la renderebbe quasi fredda, gelida e decisamente poco pronta a proferire qualsiasi cosa. Di continuo gli occhi verdi guizzerebbero or qua, ora là, di proposito, per far sì che i suoi sensi rimangano vigili ed ecco che quel luccichio improvviso che n'esce dal petto del silvano certo non passerebbe inosservato. La catenina brilla e sembra richiamar come un serpente a sonagli l'attenzione di lei.Triste sguardo che va a posarsi e che lì permane senza requie, quello della fiamma dei ghiacci. Quando poi uno sbattere di ciglia farebbe spostare le iridi dai monili allo sguardo del silvano stesso, forse i loro occhi s'incontreranno. Non chiederebbero spiegazioni in merito i suoi, eppure non può che ripensare per un momento a quel medaglione che pure al suo collo pende e che grava ancor più sulla sua coscienza. Il monile a forma di rettile. Ah, infinita storia che come quasi fosse inserita in un circolo vizioso torna e ritorna sempre.Non fa osservazioni su quel che ha visto: troppe storie, le storie d'un elfo, tanti ricordi, troppi da sopportare ora, i suoi ricordi sa quanto preziosi siano, giacché per lei è lo stesso.


AIDAN [Foresta di Luce, sentiero] Ecco.. il classico esempio di legge di Murphy applicate all'elfo. Proprio quando sarebbe stato utile che quella non guardasse, i loro sguardi si incorciano, rendendo chiare al silvano due cose, allo stesso tempo: 1) Fanni sembra aver ripreso conoscienza, quindi forse la situazione non Ë cosÏ grave come poteva sembrare fino a qualche istante prima. E per questo un sorriso si disegna sulla labbra sottili e perfettamente disegnate del silvano, nonostante lo sforzo compiuto per portarla avanti, sempre avanti fino al Tempio. 2) Un simbolino dei Maestri dei Veleni e la chiave dei laboratori della Casa dei Veleni, mai restituita a Niniel dopo la sua partenza dalla gilda, cosÏ come qualche pezzo dell'uniforme che ancora giace in qualche suo baule, insieme a tutte le sue carte e ai suoi testi, nella stanza che occupava presso la dimora stessa, la pietra dei Perlustratori e il sottile anello regalatogli da un'amica ai tempi dei Custodi del Verbo stanno tutti a penzolare davanti al naso dell'elfa. E questo gli fa stocere il naso. Un miscoglio di espressioni che potrebbe risultare quasi comico sul suo volto sempre serissimo, se non fosse per la drammacit‡ del momento. Non che non abbia piena fiducia in lei, ma non si sa mai chi potrebbe passare di l‡. Lievemente ironico quando, con un filo di voce ma decisamente ironico, si rivolger‡ a lei [Non Ë che mi infilereste tutto sotto la camicia, io ho le mani un po' occupate..] Torna a dare del voi, come aveva mancato di fare in pi˘ di un'occasione nei momenti concitati dello scontro. Questo potrebbe aumentare ancora di pi˘ l'effetto ironico delle sue parole, tanto pi˘ che probabilmente lei ne ha gi‡ abbastanza a cercare di tenersi sveglia, invece di preoccuparsi della scarsa seriet‡ del suo carretto con le gambe. pi˘ che altro Ë per vedere quale sia il suo stato realmente, capire se e quanto sia lucida nonostante tutto.

FANNI [[Foresta°Aidan.]] Volta gli occhi, forse di proposito, forse per il riflesso incondizionato che la spinge a scostare lo sguardo quando pure l'altro sembra averla agganciata in pochi secondi. Fa la preziosa?No, probabilmente no, e se lo fa, non se ne rende minimamente conto.Con quegli occhi mezzi socchiusi, lucidi quasi dallo sforzo che sta sostenendo il colore verde risulterebbe essere decisamente più lucido, denso.|°°° Sembra che le tue cervella funzionino meglio del previsto.°°°|Ghigna mellifluo il bastardo nella sua mente e,pur non avendo voglia per poter rispondere. L'arrivo quasi improvviso dei sussurri altrui allora parranno quasi ammortizzati da tutti gli altri rumori, una cantilena che giunge dolce alle sue orecchie, pure se decisamente…particolare..nel suo genere.Voltando gli occhi, riportandoii sui monili di lui, starebbe inizialmente ferma prima che la mano sinistra, lenta, senza alcuna fretta, vada anzitutto a sfiorare la composizione della collana. Lì immobile, solo dopo un respiro più pronunciato andrebbe a sollevare appena e a far scivolare il freddo metallo entro la camicia di lui. Un lieve contatto tra la pelle delle mani di lei, e quella del petto di lui, fugace, quasi impercettibile, ma che di fatto avviene senza che nessuno dei due faccia qualcosa in particolare.]]Fanni.[[Non una parola di più.Dice tutto già di suo. Il voi è fin troppo umanoide come appellativo, le suona male. Il rispetto s'esiste, c'è sia che ci si chiami per nome, sia che si dia del voi o del vossignoria.

AIDAN [Foresta di Luce, sentiero] Ormai si diradano, ai loro fianchi, gli alberi. Il fitto della foresta, che li circondava fino a qualche minuto prima lascia spazio, mano a mano, a un paesaggio pi˘ arioso, scoperto. Si stanno lasciando alle spalle la Foresta, che per qualche tempo Ë stata la loro casa, oltre che il loro campo di caccia. CosÏ come dovrebbe essere, data la loro essenza di silvani, eseri che perÚ hanno dovuto adattarsi a convivere con altre razze, quanto meno a sopportare la loro presenza per quanto riguarda l'elfo, che proprio amichevole verso tutti non si puÚ certo definire. Qualcuno lo definirebbe una sotra di ritorno alla civilt‡, ma per il Silvano Ë un uscire allo scoperto, abbandonare una dimora accoglienteper tornare ad un mondo freddo, di pietre e ferro, un mondo che aveva quasi dimenticato, durante il suo periodo in missione con la Quessir che giace tra le sue braccia. pare essersi un poco ripresa, riesce addirittura a sistemargli la catenella sotto al collo e a pronunicare una parola, il suo nome. Un nome che il silvano certamente conosce, ma che detto in quel momento, in quel modo, ha un altro significato, un senso nuovo e ben preciso. Le sorride, veramente sollevato di vederla ancora in sÈ, seppur dire ''viva e vegate'' Ë decisamente troppo. [Forza.. siamo quasi arrivati Fanni, poi potrai avere un giaciglio decisamente pi˘ comodo...]. Cerca di essere rassicurante con lei, di tranquillizzarla, seppur la fatica inizi a farsi sentire con forza. D'altra parte non ha iniziato quel ''momento lettiga'' dopo una rilassante passeggiata, ma dopo uno scontro mortale. La meta Ë vicina, Ë ora che anche lui stringa i denti e non ceda il passo alla stanchezza, dato che porta tra le braccia quel fardello bisognoso di cure. Ci sar‡ tempo dopo per riprendere fiato, un'eternit‡ di tempo.

FANNI [[Foresta°Aidan.]] Non può che sorridere tirata, ancora una fitta. Sente tremolare persino i muscoli delle braccia di lui, fin troppo stanco per lo sforzo fatto, degno di onore per altro.]]Grazie…così potrai mettere giù questo sacco di patate.[[Per quanto poco anche lei si lascerebbe sfuggire una sorta di battutina. Generata forse da tutto quello stordimento. Esaustivo il dialogo tra di loro a tal punto che Aidan- fosse per la Dea- dovrebbe esser insignito subito del riconoscimento per la pazienza giacché di certo nessuno per una serie di ore leveranno quel fastidioso formicolio agli arti di lui, indolenziti e intorpiditi. A nessuno leverà per altro una sonora rastrigliata quando i sensi dell'elfa saran nuovamente degni d'essere appellati tali.Si sovviene poi d'improvviso d'una frase da lei stessa pronunziata nel bel mezzo della battaglia.Morirebbe pure il suo drago nel caso in cui dovesse morir anche il cavaliere stesso?Scardinate le sue certezze certo quella malinconia da cui è spesso affetta non potrebbe che sorgere con più vigore.|°°Non ti metterò più in pericolo Yscik.Le mie mancanze avrebbero potuto portare a ben altre conseguenze.°°|Non un perdono, non una parola in più.Questo è ciò ch'è accaduto e non c'è molto altro da dire in merito. Le Sue mancanze hanno portato a questo e a nulla varrebbero sproloqui e monologhi del drago se lei stessa, per prima, non se ne fosse resa conto.|°°°Mpf.°°°|Un suon gutturale che fuoriesce da quella bocca infame, prima di ritacere e d'infilzar tra mandibola e mascella un succulento ragnaccio che inutilmente si divincola dalla sua presa.Una smorfia dell'elfa, ch'effluisce rapidamente sulle sue labbra: una smorfia nei confronti suoi e nei confronti della solita rudezza del bellissimo e orgogliosissimo zaffiro.Il tempo non la difetta, ecco le parole di Rurin, l'altra silvana, che ritornano di tanto in tanto pure se di fatto son ben incise e scolpite, marchiate a fuoco nello spirito della gemmata.No, non la difetta, l'ha imparato a sue spese.

Sine actio summus orator esse in numero nullo potest

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20/03/2010 11:35

Ovviamente l'antefatto della role è la giocata masterata da Erebo che potete trovare qui.

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9084497

Ciau a tutti
S.

Aidan Uth'Lehemen
Il fu indiscusso dandy della CdV
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