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Elegia

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2011 15:55
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Sesso: Femminile
06/03/2011 22:54


SCHEDA: Elegia


Nome completo del Personaggio: Elegia Velodiel

clan di Appartenenza: Silvani

Allineamento: Neutrale puro

Punti Karma: 596

Background: Tutto ebbe iniziò e terminò quella notte, di purpurea aurora tinsero i notturni celi al disopra delle verdi cime , Alte levarono le fiamme , di foglia in foglia d’albero in albero, d’anima in anima Spirarono al mortal fumo che tutto avvolge, tra case e giardini, di strada in strada di quel luogo che Unico avessi conosciuto .
Danzavano, le ferali lingue di fuoco in un incessante turbinio di grida che sa rapir dalle menti il senno, mentre il mio fragile mondo cadeva in fumo. In una notte ,Vidi il mio presente divenire passato.
Indistinta sagoma mi si parò dinnanzi nel caos delle fiamme, ciò che fu poi ,.. non rammento. …
Mi ridestai due giorni dopo, al pungente sentore del fumo che vividi ricordi ricondusse agli occhi miei, volsi repentino lo sguardo ma scorsi soltanto un soffitto di paglia e un focolare acceso. Era giorno, la sottile luce del sole filtrava tra le assi del capanno e un indistinto vociare proveniva dall’esterno. Spinta dal timore mi ritrassi tra le coperte che mi avvolgevano, quando il medesimo profilo scorto tra le fiamme, si stagliò sull’uscio. I tratti dapprima indistinti presero lentamente forma mano a mano che i miei occhi si abituavano alla forte luce del meriggio. Saldo di fronte a me vi era un uomo dai tratti robusti e il volto abbronzato segnato dal tempo; minuta al suo fianco fece capolino una donna, dai tratti semplici e il lieto volto , la cui vista rasserenò i miei timori.
Attesi la sera nel capanno dei cacciatori , e sgusciai via al sorgere della luna , fu al suo pallido raggio ,che intravidi l’esile figura di un fanciullo al limitare della selva , il cui sguardo sorpreso ricambiai con un sorriso, mi allontanai rapida lasciando dietro di me solo un biglietto, “Grazie” .

Silenti si susseguirono gli istanti del mio cammino sulla tortuosa via che conduceva al mio villaggio , passo dopo passo al diminuir della distanza cresceva l’ansia che come infida fiera mi rodeva dentro , dei pensieri non riuscii più regger il peso mentre mi trascinavo inconsciamente oltre la soglia ove Angoscia non poteva più esser trattenuta ed il passo divenne corsa, incessanti spasmi privarono dell’aria i miei polmoni, nel folto della foresta tra i fendenti delle fronde, inseguita dai miei stessi timori , giunsi finalmente alla meta.
L’angoscia si dissolse con le ombre della notte, e il respiro mi venne tolto come se non dovesse far più ritorno al levar del sole, i primi rosei raggi del mattino cacciarono le tenebre, accompagnando ai miei piedi le ombre delle croci.
Mi precipitai a casa chiamando con voce dirotta i miei genitori, ma il solo silenzio fece sentire la sua voce tra le macerie.
A lento incedere giunsi nuovamente alle tombe e dopo aver atteso a lungo che coraggio muovesse la mia mano; la disperazione sopraggiunse a sostenermi. Scavai.
Per due giorni il sole riarse le mie membra e la terra si insinuò tra le mie vesti; al calar del terzo giorno la luna derise i miei sforzi quando riconobbi al tocco della mia mano il livido volto di mia madre.
Effimere le mie speranze si innalzarono verso i perduti cieli abbandonando l’anima mia.
Fu alla fresca brezza della sera che al sentor di passi mi ridestai dall’oscuro torpore in cui ero scesa, ed un lume scorsi tra gli alberi; troppo stanca per provare paure, stetti a fissare la pallida luce che sovente mi si avvicinava, vacue orbite osservarono silenti l’uomo che dinnanzi presenziava ad attender responso.
Negli anni che seguirono le mie giornate trascorsero serene in compagnia di colui che mi offrì ospitalità, un boscaiolo il cui rude aspetto nascondeva un passato da soldato.
Egli accompagnò gli ultimi passi della mia infanzia, e venni da lui istruita all’arma bianca e iniziata all’arte del combattimento tal che in caso di necessità non fossi priva di difesa alcuna; mi addestrai strenuamente, nelle più afose giornate estive e nelle più fredde serate invernali, tuttavia ricordo con rammarico i lieti giorni in cui ancor avevo una spalla a mio sostegno e guida, non posso che ringraziar ora quell’uomo così truce e a me caro per avermi fornito così valida istruzione.

Fu in una serena mattina di sole che mi diressi al mercato, rapido il cavallo tra i sentieri ed il turbante a celar le orecchie, mi immersi nella folla tra l’allegria della gente e i colori dei banchi e delle botteghe in quel giorno di festa. Passai di mercanzia in mercanzia, rilucevano gli ottoni alla calda luce del sole e si udiva l’orchestrare dei musici.
Soavi e limpide note distinsi tra le altre, per la solennità del canto così austero in un giorno di festa, lasciai vagare lo sguardo attirata come un insetto a un fiore, finche non ne scorsi l’origine. Sedeva in fianco alla stretta via che conduceva al sobborgo antico, e accarezzava i crini della lira con mano leggiera, avvolto in un drappo di stoffa scura, dischiuse gli occhi appena e mi rivolse uno sguardo illuminato da un raggio di luce. Nuovamente chinò lo sguardo ed io rimasi ad ascoltarlo sino al termine delle incantate note della sua melodia.
Ancor mi risuonava alla mente il malinconico ritornello, quando tra i banchi della frutta vidi quelle medesime mani cogliere un frutto al mio fianco; rivolgendomi un sorriso lo poggiò sulla mia mano.
Mai fui così abile mentitrice a trovar pretesto per andar in paese, tuttavia non udii più le sue note sino alla primavera successiva.
La rugiada scintillava sulla frutta fresca del mercato per la festa di Osteara , stavo per saggiare con mano le lucide mele quando una nota risuonò nell’aria alle mie spalle, mi immobilizzai, incerta se far cadere ogni mio dubbio non osavo voltarmi; una seconda nota irruppe al mio fianco, vanificando ogni mio timore mi voltai.
Un giallo fiore dai riflessi dorati era sorretto nella sua mano, nascondendone il sorriso, svelato tuttavia dagli occhi suoi.
Rammento ancora di come mi porse la mano per condurmi nel luogo ove i campi si tingevano del colore dell’oro illuminando tutta la vallata.

Rapidi trascorrono gli anni nella felicità e dei lieti eventi passati si carica la memoria.

Già iniziava a spirare il fresco vento della sera e il sole tingeva di toni scarlatti i cieli, Ferel avanzava lungo il sentiero alberato tenendo qualcosa tra le mani. Quando mi fu abbastanza vicino, vi scorsi accovacciate una coppia di giovani rondini, e sporgendo la mano mi consegnò uno dei due volatili: così leggiera e calda mi parve al tatto quella sera.
Tornai a casa serena. Lo “Zio” aveva già preparato la cena prevedendo un mio ritardo, sorrisi maliziosa al suo sguardo interrogativo quando vide la giovane rondine. La poggiai sulla scodella sopra il camino e mi sedetti a mangiare. Non comprendevo il motivo della mia crescente ansia, tuttavia vi era qualcosa nell’aria che guastava il mio umore. Decisi quindi di coricarmi presto e mi affettai a sparecchiare la tavola, ma nel tentativo di prendere più cose possibile mi cadde un boccale ancor pieno di vino. Posai rapida ciò che avevo in mano e mi apprestai a ripulire la rossa macchia che si spandeva sul pavimento; mi si raggelò il sangue alla vista di un volto riflesso alla finestra. Volsi repentino lo sguardo allo “Zio” che tuttavia non fece in tempo a sbarrare la porta, che spalancatasi bruscamente estinse la luce delle candele, udii un gemito nell’oscurità e mi colpì una fitta lancinante alla testa.
Condotta esanime in quei sotterranei, prigioniera di auguste catacombe osservavo con distacco le fredde pareti delle mie prigioni,divorata al rimorso di non aver seguito l’istinto compagno mio più fedele, ivi divenni la serva dei miei rapitori, un gruppo di rudi barbari, guerrieri e disertori. Tuttavia prima che il mese giungesse al suo termine non udii più voce alcuna, non distinsi nemmeno le voci degli ubriachi che solitamente la notte imperversavano per le sale. Ero sola.
Innumerevoli volte il sole sorse e tramontò all’alba la pallida luna ,osservavo assorta oltre la feritoia il lento trascorrere dei giorni miei , mentre la fioca luce degli astri proiettava le metalliche ombre del mio unico visibile brandello di cielo. Persi il conto dei giorni.
Sette volte fiorirono i pruni e caddero i fiori e le foglie, sostenuta dall’elfico talento, sopravvissi di bacche e radici; fedele compagna la rondine figlia della primavera faceva ritorno ad ogni fioritura, portandomi in dono piccoli frutti.
Nelle notti d’inverno abbandonata al suolo , chiamavo alla mente le perdute stagioni, l’infanzia, gli affetti e l’amore che mai avevo dimenticato, Ferel...

Attesi con impazienza la primavera ed il giungere della rondine, quando tuttavia le prime gemme divennero fiori non venne sola. Fui così felice nel pensare che avesse finalmente trovato un compagno... Tuttavia un presagio cresceva nella mia mente al ricordo delle due rondini.

La sottile striscia dell’alba si stagliava appena all’orizzonte ..quando udii di soprassalto un sinistro cigolio nei corridoi, prestai orecchio al silenzio incredula alla presenza di qualcuno, supponendo però non fosse altro che uno dei tanti ratti delle gallerie , smisi di ascoltare.
Il Respiro mi venne meno! e rimasi Attonita al repentino aprirsi del chiavistello della mia prigione!, in un istante senza tempo, vidi la sagoma di Ferel sulla porta...
I suoi lunghi capelli neri ondeggiarono al vento del mattino mentre mi sorrideva dolcemente protendendomi la mano. Come in un incanto senza tempo risposi al gesto e con fluida eleganza mi sollevò da terra accogliendomi tra le sue braccia. Quale nostalgia riaffiorava a quel profumo, quanti ricordi, quante speranze ormai sopite.
Non vi fu bisogno di parola alcuna, i nostri sguardi s’intrecciarono e mi lasciai precipitare nel caldo abisso dei suoi occhi abbandonando la ragione, le nostre labbra si adagiarono le une sulle altre in quel bacio che non avrei mai dimenticato.
Mi colse per le gambe sollevandomi da terra come fuscello ed io mi abbandonai tra le sue braccia chiudendo gli occhi. Attraversammo lunghi corridoi ed interminabili dedali di gallerie, sino a vedere nuovamente la luce del primo albore; Ferel mi adagiò a terra e sentii improvvisamente qualcosa scivolarmi tra le mani,quando tuttavia feci per aprire gli occhi egli vi pose delicatamente una mano sussurrandomi incomprensibili parole all’orecchio.
Incuriosita lasciai continuare la misteriosa opera di Ferel che così tanta meraviglia destava nella mia fantasia. Tuttavia la ragione non riusciva a cogliere il motivo di tale gesto quando lui mi incitò ad aprire gli occhi ed io scoprii d’ essere legata ad un palo. Impenetrabile un sorriso sorse sulle sue labbra al mio sguardo sconcertato, quando notai alle sue spalle alcuni dei medesimi briganti che mi avevano rapito,uno di essi con reverenza gli porse una torcia. Gelido sguardo volse ai miei occhi mentre avvicinava l’ardente vessillo di morte alla pira che mi sottostava e una lacrima brillò scarlatta sul mio volto alla sua ignea luce mentre angosce e interrogativi annegavano la mia ragione.
“Perché?”, scaturì dalla mia gola con voce dirotta, “Quale la causa di un tale astio nei miei confronti?”.

Impassibile nel suo manto di silenzio osservava le fiamme salire, poi sollevò lo sguardo e cominciò a parlare. Ancora impresse indelebili nella mia mente come gelide lame le sue parole:
“Rammenti ancora quella notte? Sorridesti a un fanciullo sul limitar della selva.
Personalmente non credo al destino,...tuttavia fu un caso se quel giorno al mercato di Osteara ti rividi .Mi era stata concessa una seconda occasione per poter perpetuare la mia vendetta”. Attese sovrapensiero per pochi istanti prima di riprendere.
“Hai più saputo niente del clan di cacciatori che ti prestò soccorso? Suppongo di no . Forse tu non sai che furono Sterminati dal primo all’ultimo!;…O quasi”.
“Bè cominciamo dall’inizio: Fosti salvata dalle fiamme e condotta nel nostro villaggio dove ebbero cura ti te, inconsci che fossi foriera di una tale sventura e nessun biglietto di ringraziamento potrà mai compensare quel che accadde quella notte; i medesimi fanatici che diedero fuoco al tuo villaggio distrussero anche il mio perché non vi trovarono una fanciulla elfica, ma io sopravvissi in quanto quella sera mi stavo addestrando nella foresta, seguendo le tracce che partivano dal mio villaggio mi catturarono al tuo posto!”.
Le fiamme cominciavano a consumare la legna e un denso fumo nero spirava dalla pira quando riprese il discorso: “Ero solo un bambino e venni tenuto in vita: una vita di vergogna e disonore, di fatica e sofferenza al servizio di coloro che avevano sterminato la mia Famiglia ma quando ebbi l’abilità sufficiente mi liberai di loro, e nella mente mia da quel momento in poi vi fosti soltanto TU, chiaro angelo della morte che mi rubò tutto!”.
“Quel giorno in cui ti rincontrai volevo avere la conferma che fossi veramente tu, volevo pensare a quale fosse il modo migliore per farti soffrire ed ebbi un intero anno a mia disposizione a tale scopo,sino al giungere di Osteara : Dovevo avere il tuo amore e la tua fiducia, dovevo diventare per te la cosa più importante ed è qui che i miei "Cari Amici" sono intervenuti nel farti prigioniera, tal che in quelle anguste prigioni non aspettassi altro che il mio arrivo, ed io sono Giunto”.

Atterrita lo fissai mentre tutti i pezzi di un incubo tornavano al loro posto, non vi fu bisogno d’altre parole, le lacrime sgorgarono copiose sulle mie gote,non riuscii 'piu a pronunziar parola alcuna , tra le fiamme il mio cuore s’era spezzato.
Lui guardava impassibile le fiamme salire....Improvvisamente , oltre le dense maglie di fumo, vidi trasparire un emozione in un barlume dei suoi occhi.
Mutò espressione e sguainata la lunga spada saltò tra le ferali fiamme recidendo le corde e scagliandomi con forza ove fuoco non mi avrebbe raggiunto.
Mordevano selvagge le lingue di fuoco e lo avvolgevano tagliandogli ogni via di fuga, da quell’inferno di vive fiamme mi Osservava impotente mentre la Nera Signora recideva il suo filo, ...un unico sorriso prima della morte mi rivolse, un sorriso indimenticabile, un dubbio che mai piu' mi avrebbe abbandonato…Cosa significava quel sorriso?.

Il Futuro che ebbe poi, lesse l' aruspice nel sangue dei briganti macchiando per sempre la mia anima , nei giorni che seguirono feci ritorno al mio villaggio.
Nonostante credessi ormai di aver esaurito ogni mia lacrima piansi, un giallo fiore dai riflessi dorati era sbocciato accanto alla tomba dei miei genitori.

Verdi indomite creature al di sotto dei vasti celi regnavano sui quei perduti luoghi in cui mai più avrei fatto ritorno. Tutto ciò che mi aveva lasciato furono due rondini e un nome : Avalon , il sacro ed antico luogo in cui anche la mia anima errante avrebbe saputo trovare la pace.


Caratteristiche: Una figura snella e longilinea la cui grazia risalta nel portamento, i lineamenti del volto sono sottili, i lunghi capelli castani, setosi e lisci, appaiono neri ad occhio distratto , adombrata da occhi color del cupo azzurro velato al blu porta vesti leggere spesso celate dal lungo mantello di velluto verde scuro. Gelosa della propria vera età, dimostra soltanto una ventina anni e non supera il metro e sessantotto di altezza per 51 kg di peso.

Carattere: Lo sguardo è austero e assente nella solitudine , rivolge tuttavia il suo gentile sorriso a chi la incontra ,malauguratamente esso si riveli più spesso figlio di malcelata ironia e malizia che non di reale gaudio. Come una belva ferita lecca i tagli dello spirito nella solitudine e alza la guardia in compagnia di coloro che non conosce ,formalizzando i modi alla piu' fredda e manierata cortesia , tuttavia rasserena il suo spirito al trascorrer del tempo e un insospettabile carattere eccentrico svela a coloro che sono degni della sua fiducia.Cresciuta per discreta parte della sua vita tra gli umani sembra averne ereditato perlomeno in parte i picchi emozionali , inoltre ha sviluppato un alto grado di comprensione e tolleranza nei loro confronti .
Le passate esperienze le hanno insegnato che ogni persona vive per raggiungere i propri sogni e che le catene della felicità effimera spesso ci impediscono di realizzare i nostri veri desideri.



Skills scelte: Combattimento disarmato (3 livelli)

Il possessore di tale skill padroneggia le tecniche di combattimento disarmato. La sfera di influenza di tale skill migliora la rapidità d’esecuzione dei colpi, la precisione e la potenza con cui essi vengono portati. Sarà inoltre possibile tentare di immobilizzare un avversario (nel caso l’avversario abbia la skill “artista della fuga” si effettua una comparazione tra i livelli delle skill, in caso di parità l’immobilizzazione non riesce). Piccola precisazione:
L’immobilizzazione così come chiavi articolari, prese e cose del genere dovrebbero esser possibili a tutti, anche coloro che non possiedono tale skill. Le uniche differenze dovrebbero essere le possibilità di riuscita (a parità di descrizione dell’azione)

LIVELLO 1 a questo livello il possessore della skill è all’inizio nell’apprendimento dell’arte del combattimento senz’armi. Egli sarà in grado di utilizzare le estremità del proprio corpo come arma di offesa e di difesa, sferrando pugni, calci, testate, gomitate e ginocchiate in maniera lievemente più efficace (precisione, rapidità, forza) di chi non possiede la skill. Sarà inoltre possibile provare ad immobilizzare un avversario in corpo a corpo.


Skills di Razza:

- Doti comunicative
Possibilità di stabilire un contatto mentale con le diverse creature che abitano le terre emerse. È possibile inviare un messaggio telepatico a qualsiasi creatura indipendentemente dalla razza di appartenenza.. mentre interagire in maniera biunivoca sarà possibile solo con coloro che possiedono questa stessa skill.

- Sangue elfico:
Il sangue degli elfi, in quanto sangue di creature di vita e luce, risulta letale per i vampiri.

- Patto con la natura:
Gli elfi, essendo nati e avendo sempre vissuto nelle selve, hanno sviluppato nel corso dei secoli una forte legame con i boschi e la Natura. Questo ad esempio ha garantito loro di celare le loro sembianze negli ambienti naturali, di orientarsi agevolmente nelle selve, di interpretarne i segni e le tracce e di riuscire a stabilire un contatto empatico con l’ambiente che li circonda, al fine di percepire le sensazioni della natura circostante, semplicemente sostando nel luogo o toccandone gli elementi… i risultati potranno essere semplicemente sensazioni emotive, fino ad arrivare a brevi immagini mentali.

- Mimetismo:
Proprio degli elfi è una base di mimetismo in ambienti boschivi, nelle selve e in tutti i luoghi ove la natura regna incontrastata. Grazie anche alle caratteristiche fisiche degli elfi essi riescono a camminare sull'erba fresca e sui sentieri battuti senza far alcun rumore nè lasciare tracce (escluse superfici incantate o sterpaglie).


Metri percorribili in un round: giovane 6

Resistenza magica : giovane n/n

Scurovisione : giovane+2, -visibilità 15 metri

Sensi sviluppati : giovane udito, vista , olfatto

Bonus taglia : giovane 0

Capacità singolari: resistenza al sonno/charme
LIVELLO 1 mente giovane, ma sangue comunque potente: 60% di possibilità di resistere ad affetti di charme, immunità al sonno (sia naturale che magico)

ARMI A DUE MANI/ARMATURE PESANTI/DUE ARMI IN DUE MANI
malus di - 1

IPERSENSIBILITA'
sensi molto sviluppati vista e udito
in presenza di suoni molto forti o di luci molto intense permane senso di disagio che può sfociare nel vero e proprio dolore fisico nei casi più estremi .

Skill fisiche di base: agilità +2, potenza-1, resistenza -1, esperienza in armi elfiche (spada elfica, pugnale, arco) +1.

INCANTI

Silvani
RADICI INTRAPPOLANTI
Grazie a questo incanto il Silvano è in grado di far apparire dal terreno delle robuste radici che intrappoleranno uno o più bersagli, per pochi round e solo impedendo il muover degli arti inferiori (un pg intrappolato potrà parlare/ usare incanti / lanciare coltelli /tirare con l’arco ecc.)
Questo potere è utilizzabile solo su terreni naturali e non rocciosi (baia, foresta di luce, bosco oscuro). Necessita di almeno un round di assoluto riposo dopo aver lanciato l’incanto (possibilità di muoversi e/o parlare, mai di attaccare/difendersi)
LIVELLO 1 capacità di intrappolare un solo avversario, ad una distanza massima di 10 metri.
Concentrazione 3 round, durata 3 round

OFFLINE
Post: 243
Città: RAGUSA
Età: 36
Sesso: Maschile
08/03/2011 15:55

BG Approvato così come la skill richiesta

SKILL RICHIESTA DA BACKGROUND:


Combattimento Disarmato livello 1


Un Elfo non si sarebbe mai tatuato il corpo!
MAI il tempio dell'energia e della forza,
non si sarebbero mai tatuati!!.
Tatuaggio??? roba da Trolls, Orchi, Mannari!!

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