Mishar

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Tendrius
00venerdì 25 dicembre 2009 18:18
Nome completo del PG

Mishar

Clan di Appartenenza

Areldar

Età

143

Allineamento

Neutrale Puro

Punti Karma

100 - Nessaquendë

Background

Venuto al mondo una notte in cui la luna piena benediva la sua nascita carezzandone con i suoi siderei raggi la figura, tra la musica del villaggio in festa per la nascita dell'erede del signore di quelle foreste sempre verdi. Cresceva negli agi ma con un'educazione completa sulle arti e sulla lotta, prediligendo l'uso di ambo le mani, sulla storia del suo popolo e degli altri popoli abitanti il mondo conosciuto, sulla magia, sulla natura con la quale viveva a stretto contatto. Fisico e mente in perfetta forma mantenuti ogni giorno per i decenni che sui suoi elfici tratti non vengon dimostrati; finché un giorno il fato non decise che era tempo anche per lui di conoscer gli orrori del mondo. Fuoco cominciò a imperversare ai limiti dei territori dal padre controllati, un diversivo che sorbì il suo effetto, la gran parte degli uomini del villaggio si portarono a cercar di domar le fiamme allontanandosi da esso lasciando donne e bambini e una manciata di uomini nel villaggio stesso. Mishar si trovava a guidare la spedizione mandata ai confini nord della foresta per domare le fiamme che imperversavano lì; fu stupore nello scoprire che il fuoco era opera di magia. Lunghe ore a cercare di domarlo, momenti interminabili la stessa foresta si sentiva talmente piegata nel suo equilibrio che non riusciva a reagire e a portar aiuto ai suoi figli prediletti. Ma nonostante tutto il focolaio fu domato e così anche nelle altre zone in cui era stato appiccato e le varie spedizioni si prepararono al rientro. L'ultima squadra a rientrare fu proprio quella del figlio del re e lo spettacolo che si delineò dinanzi i loro occhi fu terrificantemente macabro, l'apocalisse sarebbe stato più gradito ala vista; i corpi dei loro consanguinei, dei loro amici, delle loro donne, dei loro figli si stendevano lungo il sentiero in pietra che conduceva alla piazza centrale del villaggio, mutilati dei loro arti e delle loro teste, queste ultime impiantate su picche che costeggiavano il viale stesso mentre gli arti erano stati bruciati in un falò che si intravedeva ancora fumante a circa 30 metri dall'imbocco del sentiero sulla destra. Urla ancora provenivano da chissà dove all'interno del villaggio, i 10 elfi che componevano la squadra in cui si trovava Mishar cercarono di mantenere la calma e non farsi attanagliare dalla disperazione nonostante la sorpresa, l'orrore e lo sgomento che quella scena aveva provocato nei loro animi, e di portarsi dunque verso le grida in maniera da non esser visti mentre mille domande sul chi, come, e perché avessero compiuto quel massacro si facevano strada nella loro mente. Il fato sa esser imprevedibile, quanto dispettoso...quanto sadico. La scena che si profilò agli occhi dei dieci elfi fu di un orrido che superava quella precedente sul sentiero. Un gruppo di creature indefinite, mai viste prima, simili a lucertole ma con umane sembianze avevano preso il controllo del villaggio ed erano fautori di quel massacro, armati come abili guerrieri e ributtanti forse più di goblin e orchetti, lì nella piazza principale stavano bruciando vivo il re mentre degustavano le prelibate carni dei bambini elfici ancora vivi che urlavano per il dolore e altri chiusi in delle gabbie obbligati a guardare finché la loro fine non fosse giunta urlavano e piangevano per l'orrore che quella vista gli procurava. La rabbia montò negli elfi dei quali nessuno si era avveduto e forse non reputavano esser cui altri di loro in giro e...piovvero frecce...scintillarono le elfiche daghe...venne versato altro sangue...l'ultimo di quel giorno. Due i sopravvissuti al sorger della luna che quella notte con prepotenza sfrattò il sole dal celeste manto ormai diventato nero...solo due...Mishar e uno di quei ributtanti esseri, entrambi allo stremo delle forze, feriti e spossati tenuti in piedi solo da rabbia, sete di vendetta, voglia di supremazia, puro gusto per la battaglia. Attimi che sembrarono interminabili nello studiarsi i guardi incrociati, i respiri affannati che spezzavano il silenzio che attorno si era creato, un silenzio pesante che rendeva la tensione palpabile...un profondo respiro...un urlo all'unisono...uno scintillare di spade che ai raggi della luna squarciarono le tenebre...uno spruzzo di rosso sangue....e poi...fu buio. Spazio e tempo persero ogni cognizione, ogni senso, ogni dimensione quando gli occhi si aprirono alla luce di fioche candele in una stanza della quale tuttora non saprebbe dire né padrone né ubicazione...deglutì leggermente mentre le iridi color delle foglie spaziavano nel luogo completamente in marmo...sbatté le palpebre, delle ferite solo le cicatrici, della stanchezza nemmeno l'ombra, e nemmeno l'ombra di un ricordo relativo al come sia finito in quel luogo...vesti pulite, profumate e comode erano riposte sulla sedia accanto al letto mentre una fumante tisana dall'odor di tiglio era riposta sul comodino... un attimo di esitazione poi scese dal letto e si vestì e bevve la tisana. Passi lenti lo portarono vicino alla porta della stanza, un attimo di esitazione prima che la mancina aprisse la porta e poi...un'intensa luce investì il giovane elfo quasi abbagliandolo e quando riprese la vista si ritrovò in una sterminata pianura ai margini di un bosco. Inizialmente spaesato iniziò a guardarsi intorno studiare il terreno, ricercare qualcosa di familiare che gli facesse capire dove egli si trovasse, ma niente gli sovviene indi decise di inoltrarsi nel bosco ambiente comunque in cui era più atto a muoversi in quanto cresciuto in quelle morfologie del terreno. Camminò per giorni che neanche contò, ormai il tempo perse di significato, si arrangiò a mangiare e a trovarsi ripari occasionali seguendo sempre il nord incontrando non poche difficoltà date dal fatto che il bosco pareva territorio di Drow al calare della notte e muoversi senza rischiare la pelle oltre a rallentarlo e a tenerlo in tensione rese quei giorni ancora più pesanti e interminabili, fin quando il bosco non finì e la figura dell'elfo si affacciò su di un'altura dalla quale si poteva scorgere tutto quello che si profilava intorno fino all'orizzonte dove si stagliava una distesa color del celo...il mare. Alla vista apparve una cittadella tra le mura a ridosso del mare che ad occhio e croce sarebbe distata un giorno forse di cammino anche meno. Leggera smorfia si palesò sul viso al pensiero che avrebbe dovuto mischiarsi con gli umani dei quali si fidava poco e poco sapeva se non quello da lui studiato dato che solo tra elfi aveva vissuto fino ad allora, ma al momento sembrava l'unica salvezza indi si incamminò di buon passo verso la cittadella. Al calare della notte arrivò alle mura, poco distante dalla cittadella si ergeva un bosco che non sapeva di altro che di morte e male, in parte qualcosa lo attirava ma il ribrezzo per quella natura distorta da chissà quali crudeltà lo fece tener ben lontano dall'addentrarsi e preferì andare alle porte della cittadella. Al guardo pareva presidiata *Umani...come se qualche soldato possa impedire la rovina se essa deve giungere* pensò tra se e se mentre alla mente tornarono le scene del proprio villaggio distrutto dalla furia di creature mai viste; il passo si fermò davanti alle guardie poste all'entrata, il guardo le studiò per qualche istante sfacciatamente tanto dal provocare forse la stizza di una di loro che con poca gentilezza e ancor meno grazia nella voce chiese "Cosa avete da guardare? Chi siete?" melodica la voce che uscì dalle labbra dell'Eldar che senza alcun timore né nel guardo né nel tono proferì con l'altezzosità tipica di un Elfo verso un umano ma ancor più accentuata dall'esser figlio di Re "Un viandante...e se non vi va di esser osservato non mostratevi...non trovate logica la cosa? E comunque che città è questa?" evidentemente la guardia a quella risposta si stizzì ulteriormente e fece per far chissà cosa fermato prontamente da un cenno dell'altra. L'elfo rimase impassibile ad attender rimando e l'altra guardia proferì "Forestiero questa è Barrington, la cittadella del Caos dove esso vige e governa...passate se dovete e ringraziate la vostra buona stella questa sera!" Nessun rimando diede l'Elfo alla guardia se non un leggero inchino del capo che poteva risultar enigmatico mentre un solo pensiero gli sorge in mente *Si! e poi ti svegli* per poi entrare nella cittadella in silenzio in cerca di un posto dove passare la notte e forse in cerca di un nuovo inizio.

Descrizione fisica

Si presenta con verdi occhi colore delle foglie giovani, neri capelli lunghi alle volte raccolti in coda e alle volte in treccine, alto 185cm di corporatura asciutta e definita con un peso di 68kg, un tatuaggio tribale ne percorre la schiena e una cicatrice trasversale il pettorale sinistro.

Skills di Razza

Resistenza al Sonno/Charme - Doti Comunicative - Visione Crepuscolare - Sensi Sviluppati - Sangue Elfico - Patto con la Natura - Mimetismo - Esperienza in Armi Elfiche

Caratteristiche di Razza

Agilità: 2

Potenza: -1

Resistenza: -1

Metri per Turno: 6

Bonus taglia: 0


Incanto di Clan

Luce di Vita 1

Skills Richieste

Ambidestria 1
Tendrius
00venerdì 25 dicembre 2009 18:18
BG Approvato e skill
Bg Approvato così come le skill che già c'erano
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