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Fanni

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2010 18:46
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Post: 243
Città: RAGUSA
Età: 36
Sesso: Maschile
25/12/2009 18:38

Nome completo del PG: Fanni Beatriz Tinweriel Aguiler

Clan di Appartenenza: Silvani - Nessaquendë

Età: 241

Allineamento: Neutrale Puro

Karma: 12000

Background:
“Dicono che il mare è freddo:il mare contiene il sangue più ardente di tutti, il più selvaggio, il più impetuoso.”D.H.L

Era una notte bui quella che mi accolse venendo al mondo,il decimo giorno del mese di Coll. Una tempesta pareva voler distruggere ogni imbarcazione nella costa nord dell’Irlanda. Le onde sembravano grande bocche bramose di devastare e dilaniare tutto con quelle grosse creste taglienti.Vortici si creavano qua e là risucchiando pesci e quanto si trovava nelle vicinanze, maelstrom che inghiottivano tutto nell’oblio totale, un inizio che preludeva alla mia vita.

L’isola era situata al largo della costa irlandese, coperta di rigogliosi alberi essa aveva delle parvenze meravigliosamente squadrate.
La si poteva trovare al nord, oltre il golfo del Giant Causeway. Le temperature fredde non lasciavano spazio per le costituzioni cagionevoli, per questo motivo era abitata solamente da noi elfi Silvani.
Robusti e forti potevamo vantare una vita semplice tra le foreste e le molte baie che ci offriva il luogo. Flora, fauna e creature elfiche riuscivano a vivere in sintonia e pace fra loro, dovuto anche al fatto che intrattenevamo pochi ma amichevoli rapporti anche con altre cittadine. Non amavamo immischiarci con le questioni degli umani, troppo spesso abituati a creare guai e complicazioni, preferivamo starcene in disparte tranquillamente.

La mia famiglia era una delle più sacre discendenti dagli antichi tempi e in quel tempo la mia terra era al massimo splendore.
La mia stirpe silvana discendeva da due casate: Udur ed Aguiler, la mia casata per l’appunto.Nel regno infatti da sempre c’erano casa regnante e cadetta. La Famiglia d’Aguiler, dalla quale discendo, imparentata con la Famiglia di Udur, era la suddetta casata Regnante. Comandava da diverse generazioni ed il trono era sempre stato tramandato di padre in figlio. La casata cadetta, la Famiglia Udur, dalla quale prende il nome L’isola, fondatrice della nostra comunità era quella che proteggeva la nostra casata da secoli. Unite e salde fra di loro solo in un momento la pace aveva rischiato di saltare fra le due ma, fortunatamente, proprio grazie all’unione dei mie genitori si sistemò al meglio e le famiglie erano più unite che mai. Il mio regno era formato da solo un centinaio di persone, riservate e chiuse, come tutti gli elfi. Ma tutti avrebbero impugnato la spada, pur di difendere le nostre terre.

Sono passati ormai duecentoquarantun anni da quando i miei occhi videro la luce del sole per la prima volta.
Penso di potermi considerare una sorta di mosca bianca all’interno della mia famiglia. Sembravo non corrispondere ai canoni fisici dei miei genitori entrambi atletici e dai capelli corvini e occhi color del mare. Eppure in me, v’era qualcosa di speciale per loro, qualcosa che mi fece benvolere da tutti.
Avevo grandi occhi smeraldini e mossi capelli ramati, orecchie lunghe ed appuntite ed una corporatura snella e atletica più simile a quella d’una areldar. In realtà ero silvana in tutto e per tutto.
Come tutti, io avevo ereditato quella riservatezza propria della mia razza. Ma sapevo aprirmi a due persone:Mio fratello e Hanath Udur. L’unico elfo Areldar di natura semioscura, trovato dal generale Frid Udur che, con benevolenza lo fece crescere come suo scudiero. Era estremamente vivace e spesse volte malandrino, com’era nella sua indole, scherzoso e semplice, con il sorriso più bello di tutto il regno. Aveva dei segni rossi sulle guance e occhi color del cielo e capelli paglierini. Credo tutt’oggi che fosse un Areldar. Atletico e snello, diventò ben presto il vice capitano della guardia reale;non solo per la mancanza di elfi, ma anche per la sua bravura nel maneggiare armi di qualsiasi genere. Era un po’ più giovane di me ma estremamente precoce:intelligente, furbo e competente. Era un bravo cortigiano e, seppur venendo da una famigli sconosciuta, era temuto e rispettato da tutti. Studiammo assieme. Dall’arte della guerra, a quella della galanteria. Imparammo presto diverse lingue, i libri per noi non avevano segreti. Mentre Hanath studiò diventando un abile mago, le mie principali attenzioni, andavano alle antiche rune, ai simboli e ai sigilli. Per molto tempo studiai diverse discipline, per apprendere al meglio tutto quello che mi era possibile. Istruita dagli antichi saggi della mia gente. Sapevo distinguere i sigilli magici antichi e sapevo risolvere le scritte che talvolta comparivano in antichi libri. Scoprendo anche la magia mi tatuai con il consenso del mio maestro un antico sigillo che assieme, avevamo decifrato. Ero partita dai sigilli più semplici da poter decifrare fino ad arrivare ad una buona conoscenza del tutto. Anche i sigilli più complessi non potevano essere un mistero per me. Affidata al sapiente insegnante crebbi diligente e scrupolosa.
Mi piaceva soprattutto restare a contatto con la natura, per questo motivo il saggio elfo che mi seguiva mi portò diverse volte più verso la scozia per apprendere diverse conoscenze. Mi riscoprii un’abile linguista apprendendo in fretta l’inglese. La poesia umana mi metteva di buon umore e non è strano che ancor oggi mi si trovi in mezzo alla foresta canticchiando qualche vecchia canzone.
Quando poi la mia istruzione finì, imperterrita proseguì gli studi, per pura sete di sapere. Sarebbe stato così ancora per lungo tempo, se non fosse stato per il decadimento della mia gente.

Una notte infatti, mentre tutto scorreva in pace, una legione intera di soldati attaccò la mia terra.
Vestiti di nero, portati dalle fiamme del dolore, distrussero completamente l’isola. Tutti gli elfi andarono alle armi e tutti dagli anziani saggi alle giovani elfe, combatterono strenuamente. Io fui disarcionata da cavallo dal capitano di quei maledetti soldati, avevo poche speranze di batterlo e com’era prevedibile stavo per uscire battuta da quell’ incontro. L’intervento di Olin fu la salvezza per me. Mi urlò di scappare e di nascondermi, fuggire e non tornare più. Con le lacrime che mi scendevano pregai affinché un giorno ci rincontrassimo, così scappai, veloce ed agile. Riuscii a nascondermi nella stanza segreta. Un luogo conosciuto solo ai Regnanti e al comandante delle guardie. Ero sola ma al sicuro. Fu in quel momento che trovai un uovo, piccolo, e di colore grigiastro. Lo presi con me, ero sicura che fosse l’uovo di un falco, era già scheggiato e mancava poco alla nascita dell’esserino. Rimasi poche ore li da sola, quando udii dei rumori, subito presi la sciabola elifica, per attaccare quando riconobbi il volto familiare:Hanath, il mio Hantah era arrivato. Saltai al collo del mio migliore amico abbracciandolo forte e ricambiata.

Mi spiegò che non era rimasto più nulla del regno. Solo fumo e macerie. Per due settimane controllammo tutti i corpi della gente, ma nessuno era rimasto vivo. Quando poi riconobbi fra i tanti, la spada di mio fratello, corsi vicino a lui. Il volto era contratto in una smorfia, con bocca serrata e denti digrignati.
Vicino al suo cadavere s’ergeva un’imponente statua. Un uomo, incappucciato, teneva al collo una strana collana a forma di jeko, che a vederla, si poteva prendere, non era di pietra. Era infilzato dal pugnale dell’altro. Era il pugnale reale della casata di Udur:la spada di Olin. Scoppiai a piangere mentre Hanath, preoccupato mi consolò con uno dei suoi rispettosi silenzi. Rimasi per parecchie ore a guardare la statua.

Poi presi la mia decisione:sfilai la collana dalla statua del misterioso uomo e me la misi al collo. Avevo giurato di volere vendetta, dovunque si trovassero gli uomini in nero. Hanath affidabile, rimase al mio fianco, fedele, si sarebbe vendicato. Io sul corpo di mio fratello e lui su quello del padre adottivo, mancato per la stessa ragione. Hanath prese la spada del padre, tenendola salda tra le mani. Un sigillo, scritto in rune antiche, e simboli mistici, erano disegnati sull’elsa della spada. Rosse, indelebili, dipinte indissolubilmente sul metallo. La collana era a forma di un jeko, con incise altre strane scritte, sfiorandole, riconobbe la scrittura, di un’antica lingua, non dubitavo che fosse un incantesimo, antico come la mia gente. Lo fissai, incantata dalla bellezza misteriosa del monile. Fiamme e polvere si alzarono da terra mentre due spiriti comparirono di fronte a noi, pronti con le spade in mano. Spaventati indietreggiammo ma subito delle fiamme alte e pericolose ci bloccarono. Mollai la presa e la collana cadde a terra, incandescente. In antiche rune era leggibile con lettere infuocate una strana prosa, che prima non avevo notato e che ancora oggi di tanto in tanto mi torna in mente. “L’equilibrio verrà spezzato oh voi ladri che a rubar siete venuti. L’anima spezzata unita ritornerà dopo che la strada maestra trovata sarà.” Il mio intuito non sbagliava, un incantesimo si era attivato. Se non fosse stato per il nostro sangue, le conseguenze sarebbero state tragiche, solo il terrore invase i nostri cuori.Non capii neppure io cosa significava, io, che tanto avevo studiato tutti i simboli.

Affranta, tornai all’ormai distrutto castello. Rimasi ancora per qualche giorno nel mio regno, il tempo necessario per il rifornimento e, con nostra grande sorpresa, per la nascita di un nuovo compagno. Un aquilotto dorato e spennacchiato al quale affidai il nome di mio fratello. Il nostro viaggiò cominciò così e per anni il nostro nuovo sogno, quello di poter trovare un po’ di pace dopo la vendetta, ci spinse a viaggiare di terra in terra, affrontando i pericoli in due, sopportando le stesse paure.

Non potevamo sapere che la profezia riguardava noi. Dopo poco una tempesta ci divise…da allora eccomi in viaggio.
Non sapevo dove mi avrebbero condotti i miei passi, eppure son certa che se quel giorno son giunta nella florida Avalon, troverò presto una risposta ai miei perché.

Descrizione fisica:

Altezza: 1.68

Peso: 53kg

Capelli lunghi fino alle spalle, mossi e ramati
Occhi verde acqua



Tatuaggio:
· Sulla caviglia un lupo(http://www.ilcalderonemagico.it/immagini/lupo_fondo2.gif)
· Sulla spalla sinistra una fenice, tra le fiamme rosse, simbolo del suo animo e del suo nome. (http://images.elfwood.com/art/e/l/elen/fenice_disegno_originale.jpg)
· Sul collo, sotto alla base dei capelli, ha tatuato un sigillo, decifrato tempo addietro assieme al suo maestro. (http://www.ritosimbolico.net/studi1/sigillo%20salomone.jpg)

CARATTERE:Elfa adulta, colta e saggia, intelligente quasi sempre chiusa tra i suoi pensieri invalicabili.
Può apparire saccente, ma non di proposito si comporta come tale, la sua curiosità infatti è spesso scambiata per arroganza e impertinenza.
E' molto gentile e discreta e, per chi si è meritato la sua fiducia, darebbe la vita.

ABBIGLIAMENTO:Una camicetta infiancata di seta azzurra e dei pantaloni fuseau beige.
Stivaletti bassi e una cintura in cuoio dove tiene la sua spada ed il suo pugnale. Un mantello blu scuro la copre, spesse volte tiene il cappuccio, soprattutto se di notte. A seconda dei giorni porta anche un vestito molto semplice verde. Quando raccoglie i capelli un nastrino decorato florealmente gli stringe dolcemente.


Agilità: +2

Potenza: 0

Resistenza: +1

Metri percorribili in un round: 6

Resistenza magica: N/N

Scurovisione: +2

Sensi sviluppati: Udito - Vista - Olfatto

Bonus taglia: 0

Skills di Razza: Doti Comunicative - Sangue Elfico - Patto con la Natura - Mimetismo - Esperienza in Armi Elfiche

Capacità singolari: Resistenza al Sonno/Charme 2

Incanto di Clan: Radici Intrappolanti 2



Skills Richieste ed ottenute:
Resistenza: liv 1. (+2)
Potenza:liv +1(0)
Conoscenze Arcane 1.


Un Elfo non si sarebbe mai tatuato il corpo!
MAI il tempio dell'energia e della forza,
non si sarebbero mai tatuati!!.
Tatuaggio??? roba da Trolls, Orchi, Mannari!!

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